Pedalando sul mare, si finisce in boreto

I lettori del Piccolo che seguono anche la versione online, avranno forse già ammirato questi splendidi paesaggi, visti dalla prospettiva della bicicletta: l'itinerario che oggi vi racconto - e che inaugura una nuova rubrica dedicata a bici & weekend - rappresenta infatti la prima parte di una gita che ho "pedalato", insieme al video maker Stefano de Franceschi - per creare un video, tutt'ora disponibile sul canale YouTube di Turisti per Caso e, naturalmente, qui sotto.
Per godere ancora di una gita lungomare, suggerisco un percorso adatto a tutti: a chi ha fisico e a chi ama pedalare rilassato, a chi ha la bici e chi non ce l'ha, visto che la si può anche noleggiare giusto a lato della stazione dei treni. Io ne ho presa una elettrica e non perché ci siano troppi saliscendi… anzi, come potrete vedere dalla mappa - scaricabile online - l'itinerario è ben che pianeggiante! Ma per pedalare in relax.
Partenza, dal Porto Vecchio: se non l'avete mai fatto, andateci in bicicletta: i vecchi magazzini hanno il loro fascino. Sbucherete in viale Miramare, evitando una buona parte del traffico: basterà attraversare con attenzione e sarete sulla ciclabile. Beh! Non si può dire che sia in buone condizioni, ma c'è: e vi porterà tranquillamente fino a Miramare. Per entrare nel parco è d'obbligo portare la bicicletta a mano: ma se volete riammirare il Castello, fatelo, ne vale la pena. Tappa successiva, l'altro castello, quello di Duino: per arrivarci, la splendida Costiera dove di una ciclabile ci sarebbe davvero bisogno.
A Duino usciamo dalla provincia di Trieste per attraversare Monfalcone: a chi volesse evitare le strade trafficate che ci han portato fin qui, potrei anche consigliare di prendere direttamente il treno Trieste - Monfalcone, dove finalmente si raggiunge la ciclabile del Litorale che porta a Marina Julia. Direzione Punta Barene: alle rocce a picco sul mare passiamo ai ciotoli di spiaggia e poi alla laguna. Il paesaggio è inaspettatamente bello a Quarantia, dove l'acqua salata e dolce si mescolano e già inizia la Riserva Naturale della Foce dell'Isonzo. Prossima tappa, l'Isola della Cona: scendiamo dalle biciclette per un po', per ammirare splendidi cavalli, uccelli da National Geographic e addirittura qualche piccola lontra.

Ripartiti, superiamo il ponte sull'Isonzo e giriamo verso Punta Sdobba: ora Grado è vicina e la laguna torna pian piano ad essere mare. L'arrivo è sulla passeggiata che s'affaccia sulla spiaggia sabbiosa. Per finire la giornata, una cena davvero meritata: boreto gradese, nella zona del canale, dove i pescherecci si stan preparando all'uscita notturna. Io ho assaggiato quello di canoce. Per chi non vuole farsela avanti-indietro, la notte a Grado è meritata: per me è stata all'hotel Diana, scelto non a caso, visto che offre cene speciali per i ciclisti e anche alle biciclette un alloggio a 4 stelle.
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