Pechino in Croazia punta sul turismo e sbarca nel villaggio del Maresciallo

Due società cinesi si contendono a Kumrovec l’acquisto della vecchia ex scuola politica di Tito per realizzare alberghi

TRIESTE Lo si può odiare e considerare un dittatore criminale, oppure lo si può amare come avviene ancora nella ex Jugoslavia e, addirittura, nella lontana Cina. Sì, perché il maresciallo Tito per Pechino rappresenta forse un antesignano di quel capitalismo di Stato che la Cina sta sviluppando anche con la sua penetrazione finanziaria e commerciale nella vecchia Europa (leggi Via della seta). E, comunque, a scanso di equivoci, resta pur sempre un comunista.

Un comunista con la memoria del quale si può fare business. Ne è certa la presidente della società cinese Z-Run Well Ton Industry, Jiang Ju che in occasione del forum sul turismo del 16+1 (Paesi dell’Europa centro-orientale e la Cina) a Dubrovnik il prossimo 12 aprile si recherà per dieci giorni in visita ai comuni di Kumrovec, dove nacque per l’appunto il maresciallo, e di Krapinske Toplice. Il motivo non è solo un “pellegrinaggio” in quella che fu la culla del compagno Tito, ma anche l’acquisto dell’ultima scuola politica del regime di Tito, oramai ridotta ai minimi termini, per 1,6 milioni di euro e trasformarla in un albergo. Jiang Ju, come spiega al Jutarnji List il sindaco di Kumrovec Robert Šplaj, ha le idee chiare. Con la Z-Run il Comune ha già sottoscritto un memorandum di collaborazione che adesso il partner cinese vuole concretizzare puntando sulle potenzialità che il “turismo di Tito” già è capace di esprimere ai nostri giorni e che potrebbe letteralmente “esplodere” con una cooperazione diretta con i tour operator cinesi che offrirebbero pacchetti per soggiorni nel luogo di nascita del maresciallo e alle vicine località termali. Attualmente la natia Kumrovec viene visitata da 100 mila persone all’anno e 70 mila di queste visitano anche il vicino museo etnico di Staro selo.

Ma la signora Ju (guarda caso il suo nome è l’acronimo della defunta creatura istituzionale di Tito) deve guardarsi alle spalle proprio in casa. Infatti molto interessata all’acquisto dell’ex scuola politica, costruita nel 1981, è anche un’altra azienda cinese come conferma Mario Rendulić, il presidente della Chinese Southeast European Business Association. Il progetto per trasformare l’ex scuola politica in un nuovo albergo prevede un investimento di 30 milioni di euro con una ricettività di 300 persone e che darebbe immediatamente lavoro ad almeno 70 persone senza dimenticare il valore dell’indotto.

Ma l’interesse delle società cinesi non si ferma all’entroterra storico della Croazia ma si allunga fino al mare dove vede con interesse la possibilità di investire nel porto di Zara e nella sua zona industriale Crno, ma anche in Istria, senza dimenticare le infrastrutture (è cinese la ditta che sta costruendo il ponte di Sabbioncello) ma anche le reti commerciali del Paese.

Ricordiamo che l’azionista di maggioranza del Porto di Zara è oggi la cinese Zhongya Holding che ha ricapitalizzato la società con 35 milioni di euro, ha formato il nuoco cda con a capo Fan Yang attuale vicedirettore generale del settore canadese della società Aoyuan International collegata alla Zhongya secondo il cosiddetto schema “babuška” seguito dalle compagnie cinesi.

Tornando al summit a livello di ministri del Turismo, a Dubrovnik va sottolineato che ad esso vi parteciperanno oltre 300 operatori provenienti dalla Cina seguita ma con grande distacco dall’Ungheria con 60. «È un dato di fatto che la società China Road and Bridge Corporation abbia vinto la gara per la costruzione del ponte Peljesac (Sabbioncello), fatto che ha aperto una pagina assolutamente nuova nei rapporti tra Cina e Croazia: credo che questo fatto e il prossimo vertice, quando il primo ministro cinese visiterà la Croazia, contribuirà a rafforzare la nostra cooperazione», ha sottolineato il premier croato Andrej Plenković commentando proprio il summit di aprile a Dubrovnik.

La Camera di commercio croata ha aperto un ufficio a Shanghai e l'Ente per il turismo croato la seguirà a ruota. La Croazia è stata riconosciuta dai turisti cinesi come una nuova destinazione interessante in Europa e nel 2018 oltre 200.000 turisti cinesi hanno visitato il Paese ex jugoslavo. «Stiamo cercando - è l’impegno di Plenković - di concordare voli diretti tra Zagabria, Pechino e Shanghai». —


 

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