Pd, il treno di Renzi a Trieste il 7 novembre

Dal capoluogo regionale le tappe nel Nordest dell’iniziativa “Destinazione Italia” Serracchiani a Napoli: «Una sinistra unita può combattere populisti e razzisti»
Il segretario del Partito democratico Matteo Renzi con, da sinistra, la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli, la ministra della Difesa Roberta Pinotti, il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini, il portavoce del Pd Matteo Richetti, il ministro dell'Interno Marco Minniti e la ministra per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione Marianna Madia in viaggio verso Roma sul treno "Destinazione Italia" dopo la partenza dalla conferenza programmatica a Portici (Napoli), 29 ottobre 2017. ANSA/ SERENELLA MATTERA
Il segretario del Partito democratico Matteo Renzi con, da sinistra, la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli, la ministra della Difesa Roberta Pinotti, il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini, il portavoce del Pd Matteo Richetti, il ministro dell'Interno Marco Minniti e la ministra per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione Marianna Madia in viaggio verso Roma sul treno "Destinazione Italia" dopo la partenza dalla conferenza programmatica a Portici (Napoli), 29 ottobre 2017. ANSA/ SERENELLA MATTERA

TRIESTE. L’annuncio è arrivato dallo stesso Matteo Renzi, che al termine della tre giorni di Pietrarsa ha voluto farsi immortalare da fotografi e telecamere assieme a una manciata di ministri sul treno “Destinazione Italia”: «La prossima settimana sarò negli Usa da Obama, poi ripartiamo il 7 novembre dal Nordest, da Trieste». Si rimetterà in moto dunque da qui il convoglio con cui il leader dem sta girando il Paese per cercare di captarne umori, problemi e prospettive. La tappa triestina - cui si affiancheranno quelle nelle altre province della regione - non è ancora stata definita nei dettagli, si limita per ora a far sapere il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato. Ma lo schema sarà quello seguito fin qui. È possibile che Renzi stavolta si diriga anche verso il Porto industriale, verso la nascente piattaforma logistica da intrecciare con i vantaggi del Punto franco e con le prospettive nuove che si vanno aprendo per lo scalo con la Via della seta.

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Il vicepresidente della Regione Fvg Sergio Bolzonello


Di certo, l’arrivo del segretario nazionale segnerà anche un momento di snodo nell’ambito di un paio di settimane - di qui a metà mese o poco più - decisive per sciogliere il tormentone della candidatura dem in chiave regionale da proporre agli alleati: fra i temi di cui parlare ci sarà anche questo. Le questioni del resto sono vive: dai tempi entro i quali Debora Serracchiani, sempre più vicina salvo clamorose sorprese a una candidatura a Roma, scioglierà defitivamente le proprie riserve, ai nomi che si prospetteranno a quel punto per la corsa, fra un Sergio Bolzonello che punta a un chiarimento in occasione della prossima assemblea regionale, alla “disponibilità” avanzata da Franco Iacop. Il tutto in un quadro in cui continuano a circolare ipotesi di figure esterne al partito cui affidarsi.

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Proprio Serracchiani intanto ieri ha parlato alla conferenza programmatica di Napoli anticipando in maniera netta le parole poi pronunciate da Renzi sull’apertura alla coalizione larga, in un discorso in cui ha toccato alcuni temi-chiave. Come le pensioni: «I lavoratori non sono tutti uguali - ha detto la governatrice del Fvg, componente della segreteria nazionale del partito - non possiamo pensare che tutti arrivino in pensione a 67 anni. Vanno tenuti i conti in ordine ma noi arriviamo buoni ultimi dopo che in passato si andava in pensione molto facilmente e non si ragionava sulla speranza di vita. Bisogna affrontare la riforma del sistema pensionistico in questo Paese se vogliamo che si liberino posti di lavoro». Serracchiani ha parlato anche di Ius soli - necessario approvare la legge, ha detto - e ha chiesto di «non abbandonare la possibilità di approvare la legge sul fine vita».

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Udine 16 Settembre 2017 Festa PD © Petrussi - Bressanutti

E parlando della necessità di «decidere quali sono le partite da portare fino in fondo», perché quelle poi «devono diventare una missione collettiva per noi tutti», Serracchiani ha affermato che «il Pd deve avere l’ambizione di non morire di compromessi e di tattica». Poi, appunto, il tema alleanze. Perché se la prima esigenza è opporre un argine a «chi pensa di costruire sulle paure una campagna elettorale, una vera e propria forma di governo, noi dobbiamo continuare a rassicurare e a opporci». Perciò «chiedo a chi sta alla nostra sinistra: non sarà meglio se invece di fare a noi tutti i giorni l’esame del sangue, non si preoccupino delle dichiarazioni di queste persone?» L’appello è a non «continuare a dividere la sinistra: perché non pensare invece che una sinistra unita può combattere contro questi populisti, questi razzisti?». La governatrice del Fvg ha poi rivendicato il Rosatellum come prova del fatto che «siamo noi i primi convinti che bisogna fare una coalizione e tenere insieme tutta la sinistra e anche i moderati. Il Pd - ha concluso dopo un passaggio sulla «campagna d’odio fatta contro le donne, in particolare del Pd» - ha il compito di creare le condizioni per un larghissimo centrosinistra in Italia, senza avere la puzza sotto il naso, senza guardare con diffidenza queli che ti sono vicini».

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Parole che andranno declinate, è chiaro, tanto a Roma quanto in Fvg. Ma se nella capitale Mdp, con il coordinatore Roberto Speranza, giudica Renzi come un «disco rotto», in Fvg il senatore Carlo Pegorer ribadisce: «Le aperture di Renzi? La scelta della legge elettorale e le modalità della sua approvazione sono un fatto estremamente grave che non si può recuperare solo con belle parole, servono comportamenti conseguenti. E non mi pare che a Napoli sia emerso un cambio di linea. I richiami semplicistici all’unità devono fare i conti con la necessità che si cambino metodo e politiche. E facce». (p.b.)
 

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