Pd, il giovane triumvirato: «Più in piazza e più web»

La nuova ricetta di Marcucci, Faraguna e Cvok per tentare di recuperare consensi «Rilancio dell’occupazione e recupero della credibilità con un po’ di renzismo»
Di Donatella Tretjak
Lasorte Trieste 04/03/13 - Laura Marcucci
Lasorte Trieste 04/03/13 - Laura Marcucci

«Pancia a terra», si riparte. Con «umiltà». E poi, un rafforzamento della presenza sui social network e, più sì che no, pure un ufficio, anzi, un «punto di ascolto» della Serracchiani a Trieste. Intanto questo. Il “triumvirato” che affiancherà il segretario provinciale del Pd Francesco Russo (coadiuvato peraltro dal segretario organizzativo Gianfranco Patuanelli e dal coordinatore dei circoli, Salvatore Dore) riparte da parole come «lavoro e moralità». Ed entusiasmo, com’è naturale che sia per questi tre trentenni.

«Innanzitutto ribadisco che l’esito del direttivo provinciale di domenica non è il frutto di una battaglia interna o di chissà quale contrapposizione. Semplicemente abbiamo preso atto delle conseguenze del voto che c’è stato. Dobbiamo mutare l’indirizzo politico, non le pedine» spiega Pietro Faraguna, il più giovane tra i giovani del “triumvirato” con i suoi 29 anni e un lavoro da assegnista di ricerca a Giurisprudenza. «Il lato positivo di questa “scossa” triestina è stata proprio la reazione della nostra segretaria e candidata alle regionali, Debora Serracchiani: ha compreso, c’è la necessità di messaggi di cambiamento forti e radicali». C’è bisogno, insomma, di un po’ di “renzismo” «altrimenti non riusciremo a rivolgerci a fette dell’elettorato che oggi non ci vota». Quindi, la parola d’ordine è un Pd meno «intellettuale» e più nelle piazze. Basta slogan troppo «raffinati» e sì a quelli «radicali». «Siamo stati perfetti finché la campagna elettorale non è iniziata...». Quindi? «Quindi abbiamo due parole d’ordine: rilancio dell’occupazione e recupero della credibilità. Sui temi del lavoro non siamo stati bravi a spiegare la nostra ricetta per uscire dalla crisi, mentre della questione morale se n’è appropriato Grillo. Eppure era un tema nostro, della sinistra...».

Laura Marcucci, 30 anni, impiegata amministrativa alla Illycaffè, conferma «l’enorme concentrazione di tutto il partito sul profilo della Serracchiani». Tradotto: il segretario del Pd è il veicolo giusto per far passare il messaggio di forte rinnovamento e del recupero delle competenze in politica. In più, è donna. Ed è una «persona normale, con cui è facile identificarsi, ma dal forte profilo internazionale». Anche se poi si vince nelle piazze del Friuli Venezia Giulia. «E difatti non abbandoneremo la comunicazione tradizionale, i banchetti, i comizi... Anche se aumenteremo la nostra presenza sui social media: ci sono già diversi gruppi di lavoro sulla Rete, è il modo con cui ci si informa, questa comunicazione andrà potenziata. Per spiegare come intendiamo rimettere in moto il ciclo economico. Si può: basta, ad esempio, smetterla con questi tagli orizzontali che penalizzano tutti, cultura, industria, sanità, scuola, e partire da una profonda e seria analisi dei costi e degli sprechi».

A occuparsi della logistica e dell’organizzazione degli appuntamenti della campagna elettorale del Pd (anche se i ruoli saranno definiti domani, alla riunione del direttivo) si “offre” Štefan Cvok, dottorando in Storia e ricercatore allo Slori, l’istituto di ricerca della minoranza slovena. «Cureremo moltissimo la presenza sul territorio. Dovremo armarci di buona volontà, camminare molto, parlare parecchio, e ascoltare moltissimo. Con umiltà. E con tanta attenzione ai giovani: se l’economia non verrà rilanciata, chi avrà una prospettiva di futuro qui a Trieste e nel nostro Paese?».

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