Pd e alleati alzano le barricate per salvare la Sala Tripcovich

MENTRE la DIOCESI si schiera per la demolizionE 
Lasorte Trieste 16/01/15 - Sala Tripcovich, Inaugurazione Trieste Film Festival
Lasorte Trieste 16/01/15 - Sala Tripcovich, Inaugurazione Trieste Film Festival

«Per la Tripcovich il miglior investimento è demolirla», twitta don Ettore Malnati, vicario del vescovo. Eppure non è mai stata un luogo di perdizione da radere al suolo. Ha visto, per esempio, il debutto del direttore cinese Lü Jia con la Messa in si minore di Bach. Contro la demolizione, ora che la Sala è tornata in possesso del Comune (grazie alla permuta di fine anno con il Verdi dei laboratori teatrali delle Noghere), si schiera compatto il Pd assieme a Maria Teresa Bassa Poropat (Insieme per Trieste) e Sabrina Morena (Sel).

La partita si riapre. «Ora che il titolare della Sala è di nuovo il Comune si può ridiscutere del futuro della sala teatrale», attacca Giovanni Barbo. Il partito non ha digerito il modo in cui è stata portata in Consiglio la delibera, tra “non detti”, numero legale e “ricatto” finale da parte dei lavoratori del Verdi. «Sono state dette parecchie falsità. L’amministrazione ha gestito in modo superficiale tutta la vicenda. La questione patrimoniale del Verdi, per esempio, è entrata in gioco solo all’ultimo momento», spiega la capogruppo Fabiana Martini. Sono le reticenze della giunta a far pensare male all’opposizione. «Abbiamo fatto diverse commissioni e persino un sopralluogo. Abbiamo chiesto un’analisi dei costi di demolizione rispetto alla rimessa a norma della Tripcovich. Dati mai avuti. Stiamo ancora aspettando», aggiunge Bassa Poropat.

«La precedente amministrazione ha salvato il Verdi donando il 12 dicembre 2012 alla Fondazione la Tripcovich con i voti contrari dell’attuale maggioranza, e anche del Movimento 5 Stelle», precisa la consigliera e segretaria provinciale Laura Famulari. Che fare allora? «Andrebbe resa agibile, almeno finché non c’è un’altra sala in Porto Vecchio. Non dovrebbe costare troppo visto che nella permuta il Verdi dichiara che la sala ha l’impianto elettrico e termico a norma», aggiunge Valentina Repini,

«La Tripcovich è una sala che funziona, un teatro che suona bene, fatto coni soldi di un benefattore. Per questo deve rimanere patrimonio della città, un presidio culturale in piazza libertà, un luogo di aggregazione», afferma Morena che è anche regista teatrale. Alla faccia del Verdi che l’ha dismessa e della Diocesi che vorrebbe raderla al suolo. —

Fa.Do.

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Argomenti:sala tripcovich

Riproduzione riservata © Il Piccolo