Paure e business, in Cina mercanti illegali vendono online corni di rinoceronte come medicina per il Coronavirus

Sfruttare la paura per fare soldi. Quale occasione migliore del coronavirus per incrementare i profitti? E’ quanto emerso da un’indagine della Environmental Investigation Agency (EIA) che ha denunciato come i commercianti illegali di animali selvatici stiano facendo soldi vendendo finte cure basate sul corno di rinoceronte e altre parti di specie in via di estinzione.

I venditori in Cina e Laos pubblicizzano un prodotto di medicina cinese chiamato angong niuhuang wan su WeChat, un'app di messaggistica e social media. La "cura" offerta sembra essere stata prodotta in Corea del Nord e, a differenza della versione cinese, afferma che gli ingredienti includono corno di rinoceronte. Gli acquirenti credono erroneamente che abbia un valore medicinale, sebbene il corno sia semplicemente composto da creatina, ossia la stessa sostanza di cui sono composte le unghie umane.

Il mese scorso i capi sanitari cinesi hanno pubblicato un elenco di trattamenti raccomandati per il coronavirus che includeva anche l’angong niuhuang wan, che però, almeno dal 1990, nel compendio ufficiale ha sostituito il corno di rinoceronte con il corno di bufalo. Un medicinale fondamentalmente utilizzato per ridurre la febbre.

La Cina ha temporaneamente vietato il commercio di animali selvatici come parte di uno sforzo per controllare la diffusione del coronavirus, ma gli ambientalisti hanno chiesto che il divieto fosse reso permanente.

Gli investigatori della VIA hanno affermato che i loro risultati hanno evidenziato «l'urgente necessità di un'applicazione efficace contro il commercio illegale di specie selvatiche e delle risorse per ridurre la domanda di fauna selvatica minacciata dal commercio di medicina tradizionale, sostenuta da divieti legali. Il fatto che continuino a offrire prodotti illegali per la fauna selvatica con un'apparente impunità dimostra la necessità di maggiori sforzi per combattere il commercio illegale di specie selvatiche e ulteriori sostegni»., ha affermato l'organizzazione.

Mentre la Corea del Nord non è firmataria della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES), in base alla quale è vietato il commercio internazionale di prodotti a base di rinoceronte, Cina e Laos hanno firmato i trattati, quindi le importazioni e le esportazioni di qualsiasi prodotto di corno di rinoceronte sono illegali.

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