Paura a Valmaura per i fratelli picchiatori

I timori del rione dopo l’aggressione a una barista, che ieri è stata operata al viso. «Sono imprevedibili e non hanno scrupoli»
Lasorte Tieste 06 06 04 - Via Valmaura - Complesso edifici fra i quali il n. 55
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È stata operata al viso nella giornata di ieri la giovane ventottenne dipendente del bar Flavia, in piazzale Cagni, aggredita nella tarda serata di mercoledì scorso da due ubriachi. La ragazza stava per terminare il suo turno di lavoro quando intorno alle 22.30 due uomini, Daniel e Francesco Caris, fratelli di etnia rom di 31 e 28 anni residenti a Trieste, in preda a ebrezza alcolica l’hanno violentemente aggredita colpendola ripetutamente al volto con pugni e schiaffi.

Una furia che non ha risparmiato nemmeno il fidanzato della ragazza, picchiato anche lui selvaggiamente quando è intervenuto per difenderla. I due dopo l’aggressione, intuendo l’arrivo della polizia, sono scappati a bordo di un’auto, ma poco dopo sono stati intercettati dalle volanti della Questura, ma prima di essere bloccati e condotti nel carcere del Coroneo uno dei due ha assalito gli agenti ferendone quattro.

Giovane barista del bar Flavia presa a pugni in faccia da due fratelli
Lasorte Trieste 07/04/17 - Piazzale Cagni, Bar Flavia

«Terribile come l’hanno conciata, le hanno spaccato il naso e ha dovuto subire una prima operazione. È piena di ematomi sul volto, quasi non l’ho riconosciuta», dice un’amica della giovane con la voce rotta dalla rabbia. «Sono due persone imprevedibili, li conosco perché frequentavamo lo stesso bar a Valmaura per tanto tempo. Francesco Caris, chiamato “Lito” nella lingua rom, un giorno mi sorrideva, l’altro sembrava volesse spaccarmi la faccia», dice un conoscente dei due per poi continuare: «L’altro invece (Daniel, ndr) mi è sempre sembrato più tranquillo. In ogni caso quando bevono perdono il lume della ragione. A me è capitato parecchie volte di trovarmi in situazioni, con loro, dalle quali non sapevo come uscirne intero. Poi ho deciso di cambiare bar e lì non ci sono più tornato. Mi raccomando non scrivete il mio nome perché queste persone fanno paura. Non hanno scrupoli, abbiamo visto cosa sono stati capaci di fare», conclude.

Si dice che i due aggressori si occupino di recupero e vendita di metalli, trascorrendo poi le ore libere dal lavoro come frequentatori assidui di vari bar del rione di Valmaura. Lunghe permanenze in bar che, a detta di alcuni, non erano mai state teatro di tanta violenza. In ogni caso, la sensazione maggiore che traspare da questa storia, è il forte clima di paura che pare circondare queste persone. Un’omertà diffusa e ricolma di timore per possibili rivalse.

Paura di vendette da parte dei tanti interpellati sulla vicenda della ventottenne picchiata. «Tanto si sa che tra una settimana sono di nuovo fuori e questi non è che vanno a pensare di mettere la testa a posto. E se non si vendicano loro direttamente, chissà. Non voglio nemmeno pensarci», dice un avventore del bar dove lavora la ragazza aggredita. «Oramai c'è da avere anche paura di venirsi a prendere un caffè che ti trovi in ospedale senza nemmeno sapere il motivo», conclude.

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