Patuanelli a un passo dal ruolo di ministro

Il capogruppo M5s al Senato verso il dicastero alle Infrastrutture. Su le quotazioni del dem Rosato come sottosegretario
La rappresentanza del Movimento 5 stelle, il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio; il capogruppo al Senato, Stefano Patuanelli e il capogruppo alla Camera, Francesco D'Uva, al loro arrivo per il secondo turno di consultazioni al Quirinale. Roma, 28 agosto 2019. ANSA/CLAUDIO PERI
La rappresentanza del Movimento 5 stelle, il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio; il capogruppo al Senato, Stefano Patuanelli e il capogruppo alla Camera, Francesco D'Uva, al loro arrivo per il secondo turno di consultazioni al Quirinale. Roma, 28 agosto 2019. ANSA/CLAUDIO PERI

TRIESTE. Il triestino Stefano Patuanelli è sempre più vicino a ricoprire il ruolo di ministro delle Infrastrutture. L’ipotesi circola da giorni tra gli addetti ai lavori e ha trovato conferma anche ieri, dopo essere stata rilanciata da tutti i principali quotidiani nazionali. Certezze non ce ne sono ancora ed è inevitabile con i lavori per la costruzione del governo che sono ancora un cantiere aperto, ma crescono le probabilità di vedere il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato destinato a sostituire il discusso Danilo Toninelli.

L’esecutivo è a un passo e fra grillini e democratici è tempo di affiancare alla trattativa sui contenuti quella sui nomi di ministri e sottosegretari. Una partita che stavolta potrebbe vedere il Friuli Venezia Giulia occupare un peso specifico finora ignoto per un territorio che, forte della rappresentanza di poco più di un milione di abitanti, riesce solitamente al massimo a strappare un paio di sottosegretari.

Stavolta le cose potrebbero andare in modo diverso. A giocarsi l’ingresso nel Conte bis c’è infatti anche il dem Ettore Rosato. Tanto il M5s quanto la maggioranza zingarettiana del Pd chiedono ai renziani un impegno diretto nell’esecutivo, per garantirsi dalle tentazioni di colpo di mano attribuite a Matteo Renzi, una volta che i suoi comitati civici daranno garanzie in vista di una possibile scissione.

Rosato potrebbe essere il prescelto: fedelissimo dell’ex premier e con esperienze da sottosegretario agli Interni e membro del Copasir, il deputato potrebbe ambire al Viminale o alla Difesa. Le incognite tuttavia non sono poche: le indiscrezioni che vorrebbero un tecnico verso l’Interno e la Difesa possibile paracadute di Luigi Di Maio, ma anche la possibilità di vedere ben due triestini ministri e le perplessità renziane a cedere lo scranno di vicepresidente della Camera, che a quel punto andrebbe in quota Zingaretti.

Più in disparte sono per ora gli altri esponenti regionali. Il triestino Vincenzo Zoccano punta alla conferma nel ruolo di sottosegretario alla Famiglia e alla Disabilità in quota M5s. Debora Serracchiani paga la scarsa rilevanza dell’area Martina in questa fase di trattative: per lei potrebbe sì aprirsi la chance di un ruolo da sottosegretario, ma sembrano più alte le probabilità di ottenere la presidenza della Commissione Lavoro della Camera.

Dopo l’attivismo dei giorni scorsi, attende gli eventi il friulano Tommaso Cerno, che alcune voci vorrebbero diretto al dicastero delle Pari opportunità, anche in quota M5s, con cui l’ex direttore dell’Espresso flirta dal suo no alla Tav. Il dem Gianni Cuperlo aspira infine all’Istruzione, ma il Pd avrà sette o otto caselle da giocarsi e le possibilità dell’ex deputato triestino sembrano residuali. —


 

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