Patto fiscale con Roma: rinnovato lo “sconto” da 120 milioni

TRIESTE. La manovra di bilancio viene approvata con la certezza che nel 2018 la Regione potrà contare su altri 120 milioni, derivanti dal rinnovo dell’accordo finanziario Padoan-Serracchiani. Un emendamento alla legge di stabilità nazionale, firmato dal viceministro dell’Economia Enrico Morando e approvato ieri dalla commissione Bilancio della Camera, conferma infatti per il prossimo biennio lo “sconto” da 120 milioni annui che lo Stato ha riconosciuto al Friuli Venezia Giulia alla firma del patto portato a casa nel 2014 dal centrosinistra. Il nuovo accordo è in discussione da marzo e non ancora stipulato, ma l’emendamento mette al sicuro le risorse per la proroga e contiene inoltre un riassetto del sistema di trasferimenti e compartecipazioni sul gettito garantito al Fvg.
La notizia irrompe in aula nel primo pomeriggio, dopo una riunione d’urgenza con cui la giunta aveva dato in mattinata l’intesa all’emendamento, frutto delle trattative condotte in questi mesi dall’esecutivo regionale e dal ministero dell’Economia. Davanti agli attacchi del centrodestra per l’informazione ricevuta solo all’ultimo momento, Serracchiani spiega che «anche noi siamo stati avvisati oggi» e riconosce «l’anomalia che la finanziaria arrivi prima della stipula del patto, su cui discuteremo da gennaio dando seguito formale all’emendamento. Oggi ci assicuriamo però che non ci sarà un ritorno al patto Tondo-Tremonti, decisamente svantaggioso rispetto a quello attuale». Secondo la governatrice, «non ci saranno dunque perdite e ci sarà la messa in sicurezza dei conti». Una seduta del Consiglio verrà convocata il 15 gennaio per illustrare l’iter per il rinnovo del patto.
Oltre allo “sconto” da 120 milioni, l’emendamento contiene una serie di principi finanziari che non aumentano le entrate per il Fvg, ma che la maggioranza ritiene essere una salvaguardia rispetto a possibili futuri tagli da parte dello Stato. Come spiega l’assessore alle Finanze, Francesco Peroni, «per mettere in sicurezza i conti conterà spalmare il gettito attuale su più tipologie di tributi e rideterminare le aliquote da compartecipazione». Aumenterà dunque il numero di tasse su cui il Fvg potrà ricevere una percentuale dallo Stato, ma allo stesso tempo le aliquote saranno in alcuni casi riviste al ribasso, come nel caso dell’Iva, la cui compartecipazione passa dal 91% al 59%, con una perdita da 400 milioni che la giunta ritiene di parificare con nuove compartecipazioni erariali su bolli, redditi da capitale e imposte sostitutive.
Secondo Peroni, è inoltre «importante fondare le entrate sulle compartecipazioni, più che sui trasferimenti, perché le prime sono meno aggredibili dai tagli statali»: il Fvg ha così ottenuto di incassare 88 milioni non più da trasferimenti, ma da compartecipazioni. Il patto conterrà infine anche la scelta di basare la riscossione dei tributi sul sistema del cosiddetto maturato: come puntualizzato da Serracchiani, «prima riuscivamo ad avere compartecipazioni dalle entrate solo se venivano riscosse nel nostro territorio, mentre ora farà fede l’attività che viene prodotta nel nostro territorio, come avviene a Trento e Bolzano».
Il centrodestra protesta intanto sul merito e sul metodo. Per Riccardo Riccardi (Fi), «la giunta ha dato l’intesa senza informare il Consiglio e le compartecipazioni non sono certe ma legate all’andamento dell’economia. Firmano una cambiale in bianco». Secondo il capogruppo alla Camera della Lega, Massimiliano Fedriga, si tratta di «una vergogna con evidente rischio fregatura: il nostro emendamento con una clausola di salvaguardia per non avere un calo delle entrate è stato bocciato». Renzo Tondo (Ar) e Alessandro Colautti (Ap) parlano a propria volta di «salto nel vuoto e l'aspetto politico è ancora più allarmante: lo Stato dispone a proprio piacimento dello statuto di una Regione autonoma, modificando le entrate delle compartecipazioni».
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