Patto di stabilità, sbloccato solo un milione di euro
«Non siamo i tipi che si piangono addosso ma per il secondo anno consecutivo siamo costretti a presentare al Consiglio provinciale un bilancio all’osso, che ha come obiettivo l’unico scopo del pareggio di bilancio. L’altro anno lo chiamai un bilancio di guerra, oggi non mi sento di farlo, perché questa è diventata e diventerà per noi e per quasi tutti i Comuni non una cosa straordinaria ma la normalità».
È un Enrico Gherghetta talmente realista da sembrare brutale quello che commenta il bilancio di previsione della Provincia, uno degli ultimi di un ente destinato ad essere cancellato. Già oggi, nonostante la Provincia sia viva e vegeta, ha pochissimi spazi di manovra a causa del Patto di stabilità che paralizza tutto, anche le buone intenzioni. Qualche numero. «La parte corrente - annota Gherghetta nel primo volume della relazione previsionale - è carente di 500.000 euro, a cui abbiamo fatto fronte tagliando tutto, zero contributi, blocco personale, zero attività aldilà di quella istituzionale e congelando risorse che dovremo rimettere tra cui molte quote associative: il tutto perché la Regione ha tagliato i trasferimenti e rinviato all’assestamento buona parte dei soldi della LR 24/2006, 650.000 euro, per l’esattezza. E il diritto di bilancio? La parte capitale è bloccata dal patto di stabilità, che quest’anno è peggiore di quello dell’anno precedente. Noi abbiamo circa 20 milioni di euro che fanno muffa nelle banche e che non possiamo spendere, mentre le imprese sono alla canna del gas e la disoccupazione sale. Se non li avessimo capirei, ma li abbiamo e sono fermi. Il piano triennale delle opere pubbliche è un pezzo di carta inutile, perché oggi la Regione si riserva anche il potere di darci gli spazi finanziari per le opere che lei ritiene importanti».
Oggi, a fronte di 20 milioni di euro “fermi” nella banche, la Provincia ha ottenuto soltanto lo sblocco di un milione. Con gli spazi del Patto di stabilità concessi dallo Stato e da spendere entro giugno 2014, per 1.023.000 euro, l’ente farà in linea di massima i seguenti lavori: 433.000 euro per i lavori del palazzo sede della Provincia; 100.000 euro per la verifica dei soffitti delle scuole secondarie di tutta la provincia; 160.000 euro per la messa in sicurezza del liceo classico; 100.000 euro destinati alla messa in sicurezza di scuole e strade; 50.000 euro per diverse voci; 30.000 euro per le progettazioni di lavori pubblici; 150.000 euro che permetteranno di iniziare a sistemare le cannoniere nell’ambito di “Carso 2014+”. «Abbiamo altresì richiesto altri 4.246.362 euro di spazi finanziari alla Regione per il 2014 con, al primo posto, la sistemazione dell’Ipsia di via Boito a Monfalcone per 1.300.000 e i lavori sul San Michele per Carso 2014+ per 700.000. Il resto scuole e strade», specifica Enrico Gherghetta.
Che aggiunge: «Guardate, non è il problema della fine delle Province. Certo mi fa male, ma se serve sono anche pronto a farmene una ragione. Ma vorrei un tavolo istituzionale dove si imbastisse una riforma del sistema regione nel suo insieme, la separazione tra attività legislativa e quella amministrativa, la divisione dei ruoli sul territorio, mettendo al centro solo e unicamente l’interesse del cittadino. Così non è e mi chiedo perché così non è? Cosa ha di tanto scandaloso una simile proposta? Come si pensa di governare il territorio in un’ottica di area vasta? Ma lasciamo stare, tanto questi non ascoltano, è solo tempo perso. Per noi oggi la sfida è quella di tenere insieme questo territorio anche dopo la fine delle Province».
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