Patto con i sindacati per Sacca dei Moreri
TRIESTE. I sindacati spingono per la realizzazione del progetto “Sacca dei Moreri” a Grado, firmando con Limbara srl (la società che dovrebbe costruire il complesso turistico) un accordo di programma sull’occupazione.
Il protocollo, siglato ieri dal segretario goriziano della Cgil, Paolo Liva, e dal suo omologo della Cisl, Umberto Brusciano (ma c’è l’accordo anche della Uil, il segretario regionale Giacinto Menis ieri non ha potuto essere presente alla firma) con Adriano Bernardis, l’imprenditore che sta portando avanti il progetto, prevede che le maestranze siano prioritariamente cercati sul territorio, così come i lavoratori che saranno impiegati in alberghi, ristoranti, negozi e centro wellness del complesso una volta realizzato (nel 2018 secondo l’obiettivo di Bernardis).
L’obiettivo è di concludere un accordo con le istituzioni anche per quanto riguarda la formazione del personale da oggi al momento dell’apertura di “Sacca dei Moreri”, mentre Limbara si impegna a farsi parte garante nei confronti delle eventuali ditte subappaltatrici, qualora inadempienti, per le competenze dovute alle maestranze.
La firma ha però anche un valore simbolico, visto che il progetto attende ancora il via libera della Soprintendenza sul fronte paesaggistico, in vista della Conferenze dei servizi decisoria di martedì prossimo. Ci sono due ricorsi ancora pendenti (uno al Consiglio di Stato, uno al Tar del Friuli Venezia Giulia) dopo il parere negativo da parte della Soprintendenza. «Eppure abbiamo sempre seguito le indicazioni che hanno accompagnato il diniego della Soprintendenza», sostiene l’imprenditore Bernardis.
«Di fronte a questo scenario economico – incalzano Paolo Liva e Umberto Brusciano – pretendiamo che quest’opera finalmente decolli: si tratta, ad oggi, dell’unico progetto immobiliare-turistico concreto per il territorio e l’intera regione, totalmente finanziato con capitali estero-privati».
In ballo ci sono oltre 700 posti di lavoro, da impiegare nella gestione del complesso, oltre a tutta la manodopera necessaria alla costruzione delle diverse strutture. «Con la crisi che tira – spiegano ancora entrambi i sindacalisti – lasciarsi sfuggire un’occasione del genere sarebbe folle. Dobbiamo guardare a tutte le opportunità che si affacciano, scongiurando i “comitati del no a priori” e la burocrazia che rischia di disincentivare ogni forma di investimento. Continuare immotivatamente a bloccare un progetto da oltre 320 milioni di euro significa ipotecare il futuro di un territorio depresso».
Il progetto prevede la realizzazione di un albergo da 80 camere a cui si aggiungono 470 residenze turistiche, ristoranti e bar, un centro wellness da 4.800 metri quadrati, un’area convegni da 1.200 metri quadrati, diversi negozi e 1.500 posti auto. «Un progetto rispettoso dell’ambiente – assicura Bernardis – con la possibilità di riqualificare un’area che va da Pineta a Città Giardino».
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