Patrocini gratuiti, boom di richieste «E intanto la giustizia è al collasso»

La grave carenza di personale, già lamentata dal presidente del Tribunale di Trieste Piervalerio Reinotti. Ma anche i patrocini a spese dello Stato, aumentati esponenzialmente: un altro fenomeno che sta caratterizzando Foro Ulpiano. Nell’ultimo anno, ha reso noto ieri Oliviero Drigani, presidente della Corte d’Appello di Trieste (il distretto ha giurisdizione su tutto il Fvg), nel solo capoluogo le domande sono passate da duemila a tremila.
Le richieste vengono avanzate per buona parte dai migranti. «Questa è la voce di accesso al patrocinio largamente prevalente», ha confermato Drigani parlando ai giornalisti alla vigilia della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, in programma oggi.
«C’è poi il riflesso di una società in crisi economica e quindi è inevitabile che persone che sino a ieri potevano rivolgersi a un avvocato senza ricorrere al patrocinio adesso invece sono costrette a farlo a spese dello Stato. Tra l’altro – ha osservato – è un iter impegnativo perché parliamo di una spesa dello Stato e quindi si è responsabili contabilmente di quello che si liquida. I funzionari devono controllare step by step cosa è stato fatto e che tipologia di assistenza legale è stata resa».
Per quanto riguarda l’andamento dei procedimenti di protezione internazionale, nel Tribunale di Trieste ne sono stati definiti 602. I pendenti sono 3.709.
Tutti aggravi che, evidentemente, vanno ad aggiungersi al carico di lavoro del personale già ridotto all’osso. I numeri sono da paralisi. E non solo per Trieste, ma per l’intera regione. Ad oggi manca il 50% degli addetti: si tratta soprattutto di figure apicali, come ha precisato in conferenza stampa la dirigente della Corte d’Appello Michela Consoli, accanto al presidente vicario Igor Maria Rifiorati e al presidente dell’Ordine degli avvocati di Trieste Alessandro Cuccagna. La scopertura investe in particolare i direttori degli uffici giudicanti: su una pianta organica di 30, 13 caselle sono vuote. Stesso discorso per i funzionari giudiziari, sottodimensionati di 56 unità su un totale di 107 (-52%). I cancellieri esperti hanno raggiunto invece un -33,8% (23 su 68).
Così gli uffici requirenti: sette posti su 15, tra i direttori amministrativi, risultano vacanti. Mancano funzionari contabili, mentre quelli giudiziari negli ultimi anni sono scesi del 45,45%. Una situazione analoga pure tra i cancellieri.
Esiste un «rischio di oggettiva paralisi del funzionamento della giustizia», ha rilevato Drigani. «Sanità, istruzione e giustizia sono i pilastri di una società democratica. Se uno di questi pilastri, cioè la giustizia, incontra difficoltà di funzionamento, c’è il rischio che un momento di forte tutela delle istituzioni venga meno».
Per fronteggiare la situazione, almeno parzialmente, «abbiamo in atto un protocollo con la Regione», ha anticipato Drigani: «L’accordo prevede la messa a disposizione su tutto il distretto di personale sia per gli uffici giudicanti che per quelli requirenti». —
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