“Patria friulana” in festa, l’ira triestina

L’aquila friulana è planata su Trieste, in occasione della “Fieste de Patrie dal Friul”. Nella giornata di ieri, complice un triestinissimo borino, la bandiera del Friuli si è messa in bella mostra sui palazzi della politica regionale, accanto al vessillo italiano e a quello europeo.
In piazza Unità d’Italia, in particolare, ha beffardamente salutato i passanti, assecondando ogni singola raffica di vento. Uno sventolìo amaro, quello dell’aquila araldica gialla su sfondo blu, soprattutto alla luce delle parole pronunciate dal presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini, che ha definito i triestini «gente ignorante, che non conosce la storia». Un attacco, il suo, rivolto soprattutto al Consiglio comunale di Trieste, “reo” di avere approvato un ordine del giorno contrario alla festa friulana che era già stata ratificata.
Il sindaco all’attacco
Il Consiglio regionale, su proposta della Lega Nord, aveva recentemente istituzionalizzato la ricorrenza del 3 aprile, giorno che ricorda la nascita, nel 1077, dello Stato patriarcale friulano sotto la guida del Patriarca di Aquileia. La contromossa partita da Palazzo Cheba, quindi, è servita a produrre uno scatto di orgoglio giuliano, che nelle ultime ventiquattro ore è notevolmente lievitato a seguito delle esternazioni di stampo friulano. Non si è fatta attendere la risposta del sindaco Roberto Cosolini che, in punta di alabarda, ha più volte punzecchiato il numero uno della Provincia di Udine.

«Riecco Fontanini cavalcare divisioni per tentare di ricavarne un dividendo politico – ha sottolineato Cosolini - . Nessuno a Trieste mette in discussione la storia del Friuli, la sua cultura e le sue specificità, semmai la necessità di farci una legge». Il sindaco non ha digerito le parole offensive giunte da Udine, ma la sua replica è rimasta sui binari della civiltà, pur andando a toccare le corde del senso di appartenenza al capoluogo regionale: «La mia città non ha bisogno di leggi per valorizzare la sua storia. Chi viene a Trieste la incontra nelle vicende, nei luoghi, nell’architettura, nelle chiese, nella cultura, nella gente e parla non di piccole patrie ma di Europa e anche di connessioni con mondi molto lontani».
Dopo l’affondo sulle peculiarità storico-culturali di Trieste, Cosolini ha bocciato implicitamente di anacronismo le parole del presidente della Provincia udinese: «Fontanini ama le bandiere come simbolo di divisione e di ideologia: la bandiera che io desidero sventoli su Trieste e su tutta le regione è quella delle opportunità di futuro, dei posti di lavoro soprattutto per i giovani».
L’ira contro Fontanini
Non hanno usato i guanti di velluto nemmeno Francesco Clun e Andrea Sinico, rispettivamente consigliere circoscrizionale e provinciale di Un’Altra Trieste. «Questa iniziativa – così i due triestini – rappresenta la volontà della Lega Nord friulana di mettere le mani su Trieste, imponendo decisioni che nulla hanno a che vedere con gli interessi dei triestini. Ringraziamo la Lega Nord di Trieste, in particolar modo l’onorevole Fedriga e il candidato sindaco Roberti, che supinamente hanno avvallato una simile proposta».
Il capogruppo del Pdl in Provincia di Trieste Claudio Grizon, invece, ha tessuto le lodi di Fontanini, per il quale prova «stima e simpatia personale», prima di lanciare un chiaro avvertimento: «In mancanza di chiarimenti o di una ritrattazione delle tue affermazioni – il suo ammonimento – proporrò una mozione di sfiducia per sollevarti dall’incarico di presidente dell’Unione delle Province del Friuli Venezia Giulia».
L’ex leghista Maurizio Ferrara ha rispolverato la friulanità di un altro ex, il precedente sindaco friul-giuliano Roberto Dipiazza, per ribadire che «è ora di dire basta a polemiche vecchie e inutili», mentre il vendoliano Giulio Lauri ha invitato Fontanini «a difendere l’autonomia della regione, scongiurando il ritorno ad assetti istituzionali di tipo medievale, con territori organizzati attorno a città-stato». Così, in una nota, Fratelli d’Italia: «La bandiera del Friuli in piazza Unità è solo una sciocchezza che serve a far parlare la gente. Il vero problema sono i fondi, soprattutto in un periodo di crisi: si parla di 80.000 euro».

L’annullo filatelico
Sempre nella giornata di ieri, mentre venivano registrate le continue schermaglie sull’asse Udine-Trieste, nella sala Azzurra del consiglio regionale di piazza Oberdan è stato rilasciato uno speciale annullo filatelico dedicato alla festa friulana. Sono state soddisfatte 350 richieste, anche se alcune persone hanno fatto incetta delle cartoline sulle quali è stato apposto lo speciale bollo.
La sensazione, confermata a denti stretti dai presenti, è che non si sia formata alcuna ressa per accaparrarsi lo speciale annullo filatelico. L’aquila friulana, almeno in questo caso, sembra essere rimasta a terra. Chissà cosa ne pensano, invece, i triestini rispetto alla proposta del movimento “Patrie Furlane” di costruire una Regione Friuli con le sole province di Udine, Pordenone e Gorizia.
Il presidente degli indipendentisti Luigi Gambellini ha appena presentato il suo manifesto politico-programmatico, «augurando a Trieste tutta la fortuna possibile come area metropolitana a sé stante, che potrebbe diventare un Principato di Monaco dell’Alto Adriatico». Altro che aquila friulana, a leggere le reazioni comparse in queste ore sui social network c’è già chi rimpiange “la galina con do teste” asburgica.
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