Patente ritirata per errore, autista assolta in tribunale: "Un’odissea"
Multa dopo un incidente senza colpa, poi il ritiro della patente ignorando il giudice: solo la sentenza ha fermato l’ingiustizia. L’avvocato: «Mancata comunicazione tra uffici pubblici»

Un incidente in centro di cui non aveva colpa, la multa che scatta comunque e, cinque mesi dopo, anche la richiesta di ritiro della patente. È dovuto intervenire il giudice di pace per dare ragione a una conducente della Trieste Trasporti vittima di un caso kafkiano. La vicenda si è conclusa pochi giorni fa in tribunale.
Il sinistro, avvenuto all’incrocio tra via Roma e via Mazzini, risale allo scorso 29 novembre. Sono le 7.40: uno scooter con alla guida un settantacinquenne si infila sul lato destro della carreggiata proprio quando un bus della linea 5 sta girando a destra, da via Roma a via Mazzini. La conducente, una quarantacinquenne, aziona prima la freccia a sinistra per segnalare l’intenzione di allargare la curva (l’incrocio è a gomito e quindi i mezzi più grandi, come appunto gli autobus, devono imboccare la strada con una manovra ampia), e poi mette la freccia a destra per girare in via Mazzini. Lo scooterista, che sta procedendo proprio su quel lato, temendo di finire addosso al mezzo della Trieste Trasporti, tenta di frenare ma va a sbattere contro i paletti sul marciapiede davanti al negozio “Prenatal”. Si ferisce in modo lieve.
Interviene la Polizia locale. Gli agenti acquisiscono le immagini delle telecamere, tra cui quelle della vicina banca Unicredit. Il 16 gennaio l’autista si ritrova una multa di 42 euro. Ma trattandosi di un sinistro con ferito, la quarantacinquenne rischia la sospensione della patente; circostanza, questa, che le avrebbe impedito di lavorare. Allora contatta un legale, l’avvocato William Crivellari, per domandare la sospensiva della multa dinnanzi al giudice di pace. Che accoglie la richiesta. La pratica passa alla Prefettura. Ma lo scorso 4 aprile la signora si ritrova a casa la Polizia locale che viene a ritirale la patente. La quarantacinquenne mostra l’atto del giudice e gli agenti la invitano a presentarsi in caserma il giorno dopo. La vicenda è risolta? L’8 aprile una pattuglia della Polizia ferma la signora per un normale controllo proprio mentre sta andando a lavorare. Gli agenti le dicono che la patente deve essere ritirata. Lei mostra l’atto di sospensiva, ma passa del tempo è così non può prendere servizio.
La pratica si chiude in tribunale pochi giorni fa, quando giudice di pace annulla la multa e ciò che ne sarebbe conseguito. «Questa storia è l’esempio dei danni che produce la mancata comunicazione fra pubbliche amministrazioni», rileva l’avvocato Crivellari. «Il ritiro della patente, a fronte di un provvedimento sospeso, avrebbe determinato un grave danno all’interessata che per due volte ha rischiato di vedersi togliere il titolo di guida senza motivo».
Riproduzione riservata © Il Piccolo