Pasticcio burocratico a Udine, non apre la mensa Erdisu a Trieste
TRIESTE All’Erdisu di Udine viene contestata la procedura di una gara d’appalto e Trieste, di punto in bianco, si ritrova senza mensa universitaria. Fortunatamente siamo a settembre, mese di norma meno frequentato dagli studenti (siamo comunque nell’ordine di alcune centinaia di persone che già mangiano in mensa, prossime al migliaio verso fine mese) in quanto l’attività dell’ateneo entra a regime a ottobre (e da lì in avanti i fruitori del servizio viaggeranno oltre le duemila unità).
Proprio per questo l’Erdisu di Trieste sta lavorando per metterci una pezza, al fine di individuare «attraverso una procedura provvisoria entro lunedì 26 settembre», come conferma il presidente dell’organismo giuliano Marco Vascotto, una ditta del settore con cui stipulare un contratto-ponte che duri fino alla soluzione del problema, attesa a primavera.
Non è un dispetto di campanile, ci mancherebbe, ma la conseguenza di una prassi di snellimento burocratico, piuttosto recente, che prevede che gli enti di diritto allo studio delle due università regionali si alternino nel ruolo di Rup - cioè di Responsabile unico del procedimento - quando si tratta di organizzare una gara d’appalto per l’affidamento di un servizio utile ad ambedue.
Stavolta toccava ai cugini friulani mettere in piedi una procedura negoziata per l’appalto di tre anni, rinnovabile per altrettanti, riguardante «l’allestimento e la gestione del servizio di ristorazione delle mense universitarie degli Erdisu di Udine e Trieste». La nuova gestione sarebbe dovuta partire al primo settembre, cioè in concomitanza con la ripresa della vita accademica, ma 48 ore prima, il 30 agosto, il Tar ha emesso un’ordinanza che ha sospeso, grosso modo fino a primavera, «l’aggiudicazione definitiva in favore della Dussmann Service Srl», colosso multiservizi la cui costola italiana ha base in Lombardia. Il Tar ha così accolto una richiesta di sospensione cautelare dell’aggiudicazione in attesa della definitiva sentenza di merito, fissando la relativa udienza pubblica all’8 febbraio, dopo la quale ci vorrà presumibilmente un mese prima che esca appunto la sentenza.
A presentare l’istanza è stata Sodexo Italia Spa, altro colosso lombardo, gestore uscente della mensa di Trieste e capofila, in questa gara d’appalto, di un consorzio che annovera anche la campana Marcas Sas, a sua volta gestore uscente a Udine. Il Tar ha accolto il reclamo presentato dagli avvocati Maurizio Boifava di Monza e Alessandro Tudor di Trieste per conto di Sodexo in quanto - così si legge nell’ordinanza - «l’apertura in seduta riservata della busta contenente l’offerta tecnica (di tutte le imprese e i consorzi concorrenti, ndr) sembra collidere col principio di pubblicità delle operazioni di gara» appena sancito dal «Consiglio di Stato», secondo cui per l’appunto l’apertura delle buste va onorata in seduta pubblica.
«Ma sia chiaro - tiene a sottolineare Vascotto - che non è che Trieste stia pagando colpe di Udine. I ricorrenti non hanno eccepito questioni di capitolato d’appalto né di attribuzione di punteggi, bensì aspetti prettamente formali, a proposito dei quali non si conosce, ad oggi, quale potrà essere l’esito del contenzioso nel merito».
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