Pasticcere a 13 anni: Niccolò, il baby chef “mago” delle torte

Ha scoperto il suo talento quasi per caso preparando un dolce alle mele alla mamma 

TRIESTE I suoi eroi non sono rapper o calciatori, ma pasticceri del calibro di Ernst Knam e Iginio Massari. Niccolò Paoletti è triestino, ha 13 anni, gli occhi dolci e un sorriso contagioso. Alla fine dell’estate scorsa Nic ha scoperto la sua grande passione, quasi per caso: una mattina, per fare una sorpresa a mamma Alessandra Falciano, ha preparato una torta di mele pensata proprio per lei, senza glutine né lattosio. Il risultato è stato sorprendente e così anche nonni e zii ne hanno voluta una uguale. Da quel momento Niccolò ha seguito alcuni corsi da Mug, bakery di Trieste, guidato dalle maestre Mappi e Camilla. «Nelle prime lezioni ho imparato a fare il pan di spagna e le creme», racconta il giovanissimo chef. «In realtà – svela mamma Alessandra – ci siamo resi conto che i corsi per bambini erano semplici per lui e con Elena, la titolare di Mug, abbiamo pensato a un corso per adulti. Era l’unico bambino ma si è trovato benissimo».

In breve, l’entusiasmo di Nic è diventato incontenibile: «Con i miei risparmi – continua il ragazzino – mi sono comprato la planetaria kitchenaid». Ma lo step più grande è arrivato con il lockdown dovuto al Covid-19: «Preparavo uno o due dolci al giorno – aggiunge – e con guanti e mascherina ho portato alcune fette ai vicini di casa. Poi, con mamma, abbiamo girato vari tutorial perché in molti chiedevano informazioni sulle ricette».

E così, sulla pagina Facebook di mamma Alessandra, è nato l’hahstag “chefnic” e, finita la quarantena, amici e conoscenti hanno iniziato a ordinare torte e dolcetti, rimborsando allo chef il costo degli ingredienti.

«Spesso creo le mie ricette partendo dagli avanzi di altre torte, altre volte le invento da zero, altre invece rivisito ricette conosciute». Niccolò vorrebbe partecipare a un talent show televisivo tipo “Bake Off”, ma il suo sogno più grande è aprire una “pasticceria speculare”, dove offrire «esattamente gli stessi prodotti: con glutine e lattosio... e senza!».—

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