Pasti gratis e agevolati a Monfalcone: 80% agli stranieri

Il consigliere comunale Antonaci acquisisce gli elenchi: «Metodo sbagliato». L’assessore Martinelli: «La scuola è integrazione»
Bambini in una mensa scolastica
Bambini in una mensa scolastica

TRIESTE Quasi l’80% dei bambini che non pagheranno per mangiare alla mensa durante il prossimo anno scolastico è straniero. Una proporzione che aumenta ancora nel caso dell’accesso allo sconto del 50% della tariffa e si inverte solo quando si passa all’agevolazione del 15% della tariffa, alla quale si ha diritto con valori dell’Isee (l’Indicatore della situazione economica equivalente) più elevati (tra 8.000 e 15.000 euro, soglia innalzata dai 12.000 dell’anno precedente).

A estrapolare i dati è il consigliere comunale del Nuovo polo per Monfalcone Giuliano Antonaci, che ha richiesto e avuto accesso agli elenchi nominativi, non pubblicati per la tutela della privacy dei minori sull’Albo pretorio del Comune assieme all’atto di destinazione dei contributi per l’abbattimento del costo della refezione scolastica.

Pur con un margine di errore, visto che negli elenchi non è specificata la nazionalità, ma solo la residenza, il consigliere afferma che su 177 esenti totali, che quindi usufruiranno della mensa gratis perché i loro genitori hanno un Isee fino a 5.000 euro, ben 139 sono stranieri e 38 sono italiani. Sui 125 utenti che sono stati ammessi al beneficio del 50%, stando ad Antonaci, 107 sono di origine straniera, comunitaria ed extracomunitaria, e 18 italiani. Le proporzioni si invertono solo nella terza e ultima fascia di agevolazioni, quella del 15% della tariffa: su 85 ammessi allo sconto 52 sono italiani e 33 stranieri.

«A fronte di questi dati, mi chiedo se sia corretto che la collettività monfalconese si faccia carico anche di questo costo - afferma il consigliere comunale Antonaci - e se, invece, non sarebbe meglio ridurre le tariffe per tutti e fare in modo che tutti partecipino alla spesa». Anche perché, lascia capire, non è che la scelta operata dall’amministrazione comunale, quella di aiutare le famiglie a seconda delle loro condizioni economiche, abbia eliminato il fenomeno della morosità, cioè dei mancati pagamenti del servizio di refezione scolastica che riguarderebbe attorno al 10% dell’utenza (un migliaio di bambini).

«Com’è logico, i bambini non c’entrano, ma contano le scelte politiche effettuate da questa amministrazione - aggiunge Antonaci, che preannuncia la presentazione di un’interrogazione sull’argomento nella prossima seduta del Consiglio comunale - che non tutelano i cittadini italiani di Monfalcone in una situazione appesantita da una corsa al lavoro a basso costo e quindi alle difficoltà del commercio, al crollo del valore degli immobili. Vorrei ricordare al Comune che i nuovi cittadini non portano nulla a chi ha già raggiunto la pensione, ma rischiano solo di togliere».

Per l’amministrazione comunale la scelta non solo è coerente con l’obiettivo di sostenere qualsiasi famiglia, anche monoparentale, che abbia una situazione economica difficile, ma anche con la volontà, come spiega l’assessore ai Servizi educativi e finanze Francesco Martinelli, di favorire l’integrazione. «E lo si fa garantendo il diritto allo studio, già a partire dalla scuola dell’infanzia - afferma Martinelli -. È un progetto a medio termine e che risponde a una situazione che oggettivamente c’è in questa città e che, al di là delle chiacchiere, non cambierà».

L’assessore della giunta Altran osserva poi come i redditi di tutti i cittadini, anche quelli stranieri, contribuiscono al mantenimento di servizi comunali come quelli della casa di riposo o del teatro. «Servizi che, almeno al momento, non vengono utilizzati dagli stranieri», osserva l’assessore ai Servizi educativi e finanze.

«Se il consigliere Antonaci ha qualche proposta legittima e intelligente, la ascolterò volentieri», conclude Martinelli, che non esclude un approfondimento sulla possibilità di individuare delle agevolazioni per le famiglie che, a prescindere dall’Isee, abbiano più bambini che in contemporanea utilizzano la mensa scolastica, pagando, quindi, nel caso di tre figli, oltre 300 euro al mese. La questione era stata posta già in passato da alcune famiglie, ma finora non se n’è fatto nulla.

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