Pasti caldi e visite a casa: a Trieste cresce la “fame” di welfare

Oltre 1.300 le richieste di aiuto arrivate in poco tempo ai 56 assistenti sociali del Comune. Garantita assistenza domiciliare a 500 persone tra cui molti anziani
Un anziano con la mascherina si riposa appoggiandosi ad una paletto sul marciapiedi. Foto Francesco Bruni
Un anziano con la mascherina si riposa appoggiandosi ad una paletto sul marciapiedi. Foto Francesco Bruni

TRIESTE Oltre 1.300 richieste di aiuto arrivate nell’arco di poche settimane a 56 assistenti sociali e 17 operatori del Servizio Sociale del Comune; circa 400 pasti caldi a domicilio distribuiti a persone in difficoltà; 1.600 domande di buoni spesa già accolte e andate a buon fine. Sono i numeri della macchina dei Servizi sociali messa in moto dal Comune di Trieste per far fronte all’emergenza sanitaria Covid-19. «L’allarme Covid-19 e le restrizioni che ne sono conseguite - spiega l’assessore al Welfare Carlo Grilli che, ieri, ha tracciato un bilancio dell’attività insieme a Mauro Silla, direttore del Dipartimento Servizi e politiche sociali, e Ambra de Candido, dirigente del Servizio sociale - hanno impattato in maniera pesante su tutta la cittadinanza, in particolare sulla sua parte più fragile, anziani, persone e famiglie che ricevevano anche in tempi normali il supporto dei Servizi Sociali. I nostri operatori non si sono mai tirati indietro a tutti i livelli in condizioni complesse».



Andando nel dettaglio dell’attività svolta la prima iniziativa è stata quella di attivare il numero verde 800.388.688, in collaborazione con Televita Spa, e con la Protezione civile per raccogliere le richieste di aiuto e far fronte alle piccole commissioni ad esempio la spesa o il ritiro dei farmaci. Le segnalazioni giunte sono state appunto oltre 1.300. Sono stati consegnati mensilmente anche 400 pasti caldi a domicilio per le persone maggiormente in difficoltà: ultra sessantacinquenni con patologie che ne impediscono gli spostamenti all’esterno del domicilio. A causa della sospensione di tutte le attività sociali, spesso un punto di riferimento per anziani soli, è stata garantita l’assistenza domiciliare a circa 500 persone. Telefonicamente è proseguito il servizio informativo svolto solitamente allo sportello mentre le sedi delle Unità operative territoriali sono rimaste attive anche per garantire i contatti con le famiglie in carico attraverso i dispositivi tecnologici il cui reperimento è stato garantito anche mediante la consegna a domicilio di computer e tablet in accordo con gli istituti scolastici. Sono stati creati anche dei kit tematici per la teledidattica con focus su diversi temi tra cui il cyber bullismo.

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Sono invece 431 le famiglie che hanno beneficiato dei servizi di sostegno per le persone disabili con il supporto a distanza con una copertura di sostegno socio educativo complessiva di 2.100 ore settimanali. I servizi residenziali per disabili, che prima del lockdown operavano sulle 16 ore, ora grazie all'aumento dei contributi del Comune riescono a dare risposta sulle 24 ore. Sul fronte bonus spesa, come detto, 1.600 le domande “processate” a fronte delle 3 mila presentate in totale, mentre un centinaio di richieste sono quelle respinte.

Nessuno stop poi al Servizio di integrazione lavorativa e grazie al supporto del Comune ci sono state 13 assunzioni di tirocinanti Sill in situazione di disagio e 6 assunzioni previste per tirocinanti con disabilità. La tecnologia ha consentito ai parenti di restare in contatto con gli ospiti delle residenze per anziani comunali. «Un grazie sincero all’impegno degli operatori - aggiunge Grilli - che hanno svolto il loro compito con dedizione». Per quanto concerne la fase due sono già pronte delle soluzioni per adattarsi alle disposizioni: «Con un punto fermo - conclude - la vita e la dignità delle persone sono diritti imprescindibili e noi vogliamo continuare a promuovere questi diritti, garantendo il nostro supporto per quanto potremo e nel rispetto dei cittadini». —


 

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