Pasta Zara, Muggia da primato

Con 52 milioni investiti sarà il più grande sito al mondo. Bragagnolo: «Ma Friulia non ha sottoscritto l’aumento»
Un'immagine dello stabilimento di Pasta Zara
Un'immagine dello stabilimento di Pasta Zara

Muggia, con lo stabilimento Pasta Zara, è una delle capitali internazionali della pasta e si accinge a rafforzare questo rango con un investimento da 52 milioni programmato dal gruppo condotto dalla famiglia Bragagnolo. A potenziare la proposta industriale di Pasta Zara nel sito muggesano saranno un magazzino automatizzato in grado di organizzare 66 mila pallet di carico e una linea di produzione concentrata sulla pasta corta capace di lavorare ben 1200 chili all’ora.

«Puntiamo per il 2017-18 a portare la produzione a 400 mila tonnellate rispetto alle 300 mila attuali - precisa il presidente della società, Furio Bragagnolo - e il 50% uscirà da Muggia». É lo stesso Bragagnolo a riepilogare le consistenti cifre dell’anno appena terminato: «Fatturato di 263 milioni, superiore per il 4-5% ai ricavi registrati nel 2013, il 92% viene ottenuto esportando in 106 Paesi». Gomma e nave sono i vettori più utilizzati, i porti di Trieste e di Venezia i porti più frequentati. Il restante 7% è diffuso sul mercato domestico attraverso la rete della grande distribuzione.

Mediterraneo, Medio Oriente, Golfo Persico, Asia centrale sono solo alcune delle aree dove si sviluppa l’attività commerciale del marchio veneto, che opera con tre stabilimenti, tutti e tre in Italia - come sottolinea Bragagnolo - e situati a Muggia, a Riese (Treviso) e a Rovato (Brescia), dove occupano complessivamente oltre 400 addetti. Per il 2015 è difficile formulare previsioni perchè molto dipenderà dall’andamento del prezzo della materia prima, il grano duro: «Nel corso del 2014 è sensibilmente rincarato, perlomeno il 70% in più - spiega il leader di Pasta Zara - per le condizioni meteorologiche negative che hanno inciso sui raccolti in Italia e in Canada». «Purtroppo c’è un’importante quota di pasta venduta nel mondo ma non fabbricata in Italia - aggiunge Bragagnolo - che vede all’opera concorrenti spagnoli, polacchi, turchi».

L’investimento di 52 milioni, che sarà realizzato nello stabilimento di Valle Noghere, viene sostenuto da un aumento di capitale di 6 milioni, al quale hanno contribuito per 3 milioni un partner “storico” come Simest e per 2 milioni la stessa famiglia imprenditrice. Ma, per fare 6, manca ancora la quota di Friulia, altra vecchia supporter di Pasta Zara. Con un “giallo” di cui riportiamo la versione dell’azienda: infatti lo scorso 28 novembre la finanziaria regionale rese noto che il consiglio di amministrazione aveva deciso di partecipare con un milione alla ricapitalizzazione dell’azienda alimentare.

Era lo stesso giorno in cui si insediava il nuovo direttore di Friulia, il trentino Carlo Moser. Il comunicato di Friulia, diffuso anche dalle agenzie, faceva riferimento alla costruzione della sesta linea produttiva - quella, appunto, della pasta corta -, «al mantenimento dell’equilibrio patrimoniale e al consolidamento della posizione competitiva nel mondo». Sennonchè - puntualizza Bragagnolo - a quella dichiarazione nulla di concreto è seguito: perchè, non solo Friulia non ha versato il milione annunciato, ma, richiesta di sottoscrivere l’aumento di capitale, ha risposto “no”. Bragagnolo non ha inteso commentare il comportamento di Friulia, limitandosi a osservare che il coinvolgimento della finanziaria era stato da tempo preparato.
 

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