Pasta Zara, bond da 5 milioni con Finint

Il presidente Bragagnolo esclude attriti con Friulia che replica: «La delibera sulla ricapitalizzazione sarà aggiornata»

TRIESTE. Esordio di Pasta Zara sul mercato finanziario dei “mini-bond”: il gruppo alimentare ha lanciato un prestito obbligazionario da 5 milioni, che viene negoziato sul segmento Extramot Pro di Borsa Italiana. Durata di cinque anni, cedola del 6,5%, investitori professionali (banche, fondi di investimento, fondi pensione) come interlocutori finali: queste le caratteristiche dell’operazione che il presidente del gruppo Furio Bragagnolo ritiene abbia sortito «un risultato positivo» ed è stata già ampiamente sottoscritta.

Consulente di Pasta Zara è Finanziaria Internazionale (Finint), la società creata e diretta da Enrico Marchi e da Andrea de Vido, che ha sede a Conegliano e che possiede in portafoglio il controllo di Save (aeroporti di Venezia-Treviso).

I perchè dell’emissione vengono illustrati dagli stessi attori dell’operazione. Per Bragagnolo si tratta di migliorare la struttura finanziaria e la capacità di drenaggio-risorse da parte di Pasta Zara. Per de Vido Finint si conferma «operatore leader in Italia nel mercato dei mini-bond» per supportare aziende che progettano percorsi di medio-lungo periodo. É questo il caso di Pasta Zara, che nel triennio 2015-18 prevede investimenti per 52 milioni destinati al rafforzamento dei tre stabilimenti di Muggia, Riese Pio X, Rovato, dove complessivamente operano circa 450 addetti. Nel 2014 il gruppo ha fatturato oltre 260 milioni di euro, producendo 400 mila t di pasta per oltre il 90% esportate.

«Con Finit avevamo già lavorato - commenta dall’estero Bragagnolo - volevamo sperimentare nuovi strumenti di finanziamento». Il mercato internazionale è variabile: «Buone notizie dal Medio e dall’Estremo Oriente, meno buone dall’area del rublo e dal Venezuela». Il prezzo della materia prima si è stabilizzato sui livelli di gennaio, attorno ai 5,70-5,80 euro/tonnellata.

Se Pasta Zara ha così provveduto a fare un po’ di provvista finanziaria, non ha però ancora chiuso con l’azionista Friulia il discorso sull’aumento di capitale. Infatti la finanziaria regionale non ha sottoscritto la sua quota, ammontante a un milione, nella ricapitalizzazione da 64 a 70 milioni decisa lo scorso autunno. Dei 6 milioni la famiglia Bragagnolo ne mette 2, Simest 3 milioni, Friulia - appunto - 1 milione, peraltro già deliberato in data 28 novembre.Friulia ha visto avvicendarsi il direttore generale, Gianmarco Zanchetta ha lasciato il posto a Carlo Moser. La finanziaria dice di essere in attesa del bilancio 2014 e del “business plan” prima di procedere all’aggiornamento della delibera novembrina. Bragagnolo, dal canto suo, dice che «i rapporti con Friulia sono ottimi e che l’operazione verrà completata prossimamente». Lo stesso Bragagnolo è il presidente di Friulia, Pietro Del Fabbro, si erano visti a metà gennaio per chiarire la situazione: allora la fine di febbraio era la data indicata per il “closing”.

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