Immigrazione irregolare dalla Turchia all’Italia, sgominata banda di passeur: 8 arresti

Operazione della Polizia di Frontiera di Trieste: si tratta di un sodalizio criminale che organizzava il trasporto di gruppi di famiglie turco-curde e cinesi attraverso la rotta balcanica: il costo per un viaggio dalla Turchia all’Italia era di 4-6 mila euro a persona

Controlli alla frontiera con la Slovenia
Controlli alla frontiera con la Slovenia

La Polizia di Frontiera di Trieste, sotto la direzione Direzione distrettuale Antimafia, ha sgominato un sodalizio criminale turco dedito al favoreggiamento all’immigrazione irregolare attraverso la rotta balcanica, arrestando otto persone.

Le indagini, dirette dal Procuratore Federico Frezza, sono state avviate a seguito dell’arresto di alcuni cittadini turchi, effettuati a partire dalla scorsa primavera nell’ambito dei controlli di frontiera lungo la fascia confinaria di Trieste: erano stati intercettati mentre stavano trasportando dalla Slovenia gruppi di migranti irregolari, prevalentemente turco-curdi e cinesi.

Il viaggio

I successivi approfondimenti investigativi della Polizia Giudiziaria hanno permesso di accertare l’esistenza di un consistente flusso di stranieri irregolari, per lo più componenti di nuclei familiari con minori al seguito, che, a piccoli gruppi, venivano fatti arrivare in aereo ai confini esterni europei in Paesi (prevalentemente in Bosnia, ma anche in Serbia) dove entravano in esenzione di visto e poi, da li, venivano accompagnati in auto o con l’utilizzo di mezzi pesanti, attraverso Bosnia Herzegovina, Croazia e Slovenia, fino al confine di Stato italiano.

Una volta giunti in Italia il viaggio non era concluso, perché, nella quasi totalità dei casi, la destinazione finale era il nord Europa e, in particolare, la Germania dove è presente una folta comunità di turco-curdi e dove, tra l’altro, l’organizzazione noleggiava le autovetture utilizzate per i trasporti, avvalendosi di connazionali residenti sul posto.

Costi e condizioni 

Gli stranieri irregolari individuati nel corso delle attività investigative ammontano a cinquantadue, tra cui molte donne e alcuni minori, anche di pochi anni di età. Il prezzo pagato per il viaggio dalla Turchia all’Italia era mediamente compreso in una forbice tra i 4 mila e i 6 mila euro (di cui 2-3.000 per il passaggio dalla Bosnia Herzegovina a Trieste). Tale era, infatti, il costo per viaggiare, talvolta anche in condizioni precarie e poco sicure, come nel caso di un bambino di 6 anni, che è stato trovato all’interno del bagagliaio di una autovettura su cui viaggiavano già due persone in più del massimo consentito.

Gli arresti

Otto, invece, i cittadini turchi complessivamente arrestati nel corso dell’operazione per favoreggiamento aggravato all’immigrazione irregolare, di cui sette sorpresi in flagranza e uno ritenuto il prevalente organizzatore del progetto criminoso, arrestato in esecuzione di un mandato d’arresto europeo emesso dal GIP di Trieste, su richiesta della locale DDA, eseguito con l’ausilio della Polizia bulgara al confine tra Turchia e Bulgaria e poi estradato in Italia.

A questi devono poi aggiungersi altri tre cittadini turchi, arrestati lo scorso maggio a Spalato dalla Polizia croata, con la quale gli inquirenti italiani, già dall’estate scorsa, hanno intrattenuto proficui contatti e scambi informativi riferiti all’attività del sodalizio criminale turco in argomento. Due, infine, le persone denunciate in stato di libertà per favoreggiamento all’immigrazione irregolare e quarantaquattro quelle indagate per ingresso illegale nel territorio dello Stato.

I documenti

Nel corso delle indagini è emerso che alcuni degli autisti arrestati, che venivano generalmente ingaggiati tramite annunci su Facebook, utilizzavano passaporti speciali turchi, che sovente vengono rilasciati a persone che lavorano o avevano lavorato per il governo turco (quali ex ufficiali dell’esercito, gendarmi, insegnanti etc.), o anche a loro familiari.

Quest’ultima circostanza, che consentiva ai passeur il libero passaggio alle frontiere in esenzione di visto, unitamente alla prassi di far anticipare il veicolo adibito al trasporto illegale di migranti da una “staffetta”, per verificare l’eventuale presenza di controlli da parte della Polizia, facilitava loro l’attraversamento dei confini dei Paesi della balkan route interessati dai transiti.

I veicoli sequestrati

I dieci veicoli risultati coinvolti nei trasporti illegali sono stati tutti sequestrati e parte di essi potranno essere poi confiscati ed affidati alle Forze di Polizia, per sviluppare ulteriormente il contrasto al crimine transfrontaliero.

La complessa attività investigativa ha visto il coinvolgimento, oltre che della Polizia croata e bulgara, anche dell’esperto della Polizia di Stato per l’immigrazione ad Ankara (TK) e di un Ufficiale della Bundespolizei tedesca, attualmente distaccato presso la Polizia di Frontiera di Trieste, con funzioni di cooperazione nel contrasto al trafficking in human beings, riferito alla area balcanica e nord orientale italiana.

Da segnalare infine come, grazie a quest’ultima collaborazione transfrontaliera, che è stata recentemente avviata sulla scorta di un accordo tra i due Capi della Bundespolizei e della Polizia italiana, sia stato possibile, da parte della Polizia Federale di Potsdam (D), sviluppare, anche in territorio tedesco, conseguenti, mirate attività investigative di contrasto al traffico di esseri umani.

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