Passa in aula la mozione bipartisan sul Porto franco. Ma Fi non ci sta

Consiglio in pressing su governo e Ue per applicare il pieno regime extradoganale nello scalo di Trieste
Porto al centro del dibattito in aula dopo l’inaugurazione della Piattaforma logistica inaugurata mercoledì
Porto al centro del dibattito in aula dopo l’inaugurazione della Piattaforma logistica inaugurata mercoledì

TRIESTE Il ministro Stefano Patuanelli ha ribadito di giocarsi il mandato davanti ai triestini sull’applicazione del Porto franco e ieri il Consiglio regionale si è appellato all’unanimità al governo affinché dia il via libera alle esenzioni fiscali previste nel Trattato di pace del 1947 e considerate dai terminalisti strumento fondamentale per dare slancio allo scalo, protagonista in questi giorni per l’arrivo di Amburgo nella gestione della Piattaforma logistica.

I voti sono tutti favorevoli alla mozione voluta da Fratelli d’Italia e condivisa anche dall’opposizione, ma ciò accade perché il gruppo di Forza Italia esce dall’Aula, un po’ per il rapporto complicato con l’Autorità portuale post-Monassi, un po’ per la contrarietà a un’azione condotta dalla destra (mai sensibile in passato ai punti franchi) in condivisione con le opposizioni.

La mozione depositata dal meloniano Claudio Giacomelli passa infatti con il sostegno del centrodestra e delle forze di minoranza. Il via libera segna l’appello del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia affinché il governo rompa i decennali indugi e chieda all’Ue di inserire Trieste fra le zone extradoganali, permettendo all’Agenzia delle dogane di recepire lo status che prevede importazione, lavorazione ed esportazione delle merci senza pagamento di dazi.

Dopo aver chiesto l’audizione delle Dogane e del presidente dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino, dedicata alla mancata attuazione delle facilitazioni per Trieste, Giacomelli ha costruito la mozione d’intesa con centrodestra e centrosinistra. Il capogruppo di Fdi sottolinea che i punti franchi sono «uno straordinario strumento di promozione industriale: un modo per produrre occupazione in un settore caratterizzato dall’inarrestabile automatizzazione delle operazioni portuali. È fondamentale affiancare ai traffici quelle attività di trasformazione e logistica necessarie per creare nuove opportunità di crescita». La giunta sposa l’iniziativa con l’assessore Graziano Pizzimenti, secondo cui «il regime porterebbe vantaggi a tutto il territorio regionale: mi impegno a coinvolgere i nostri rappresentanti presso l’Ue per un dialogo diretto con le istituzioni comunitarie».

Pieno appoggio da parte del Pd, che con Francesco Russo sottolinea l’importanza della «unanimità su un tema decisivo per il futuro di Trieste. Il clima fortunatamente è ben diverso da quando Fedriga e la Savino votavano alla Camera contro il mio emendamento che sdemanializzava Porto vecchio e rendeva nuovamente utilizzabili i punti franchi, ma l’assenza dei colleghi di Forza Italia fa pensare che la destra abbia ancora qualche problema con il porto di Trieste». Andrea Ussai rivendica a sua volta che «dopo anni di immobilismo anche a livello governativo si sta andando nella direzione giusta, grazie all’impegno di Patuanelli».

Tutti d’accordo tranne Forza Italia, ma Giuseppe Nicoli è pronto a «sfidare chiunque a dire che Fi sia contro lo sviluppo del porto: siamo sempre stati per i punti franchi mentre altri non hanno avuto lo stesso atteggiamento. Abbiamo preferito non fare bagarre in Aula». I berluscones non hanno gradito che a farsi portabandiera della battaglia fosse Fdi, così come non è piaciuta la trasversalità della mozione. —


 

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