Partecipazione record allo sciopero Unicredit “Out” 20 agenzie su 22

Venti agenzie chiuse sul totale delle ventidue distribuite sul territorio provinciale. E, anche nelle uniche due filiali operative, sportelli per il pubblico comunque “out” e attività garantite solo negli uffici interni. Ha registrato insomma un’adesione altissima lo sciopero del personale Unicredit andato in scena ieri e accompagnato anche da un presisdio di circa 200 dipendenti in via San Nicolò, con tanto di bandiere, gazebo e striscioni, per illustrare i motivi della protesta. Una partecipazione in linea con quella, altrettanto soddisfacente, registrata venerdì scorso dall’agitazione “gemella” promossa in provincia di Gorizia.
«Era da tempo che i bancari non scendevano in piazza per rivendicare i loro diritti e denunciare le difficili condizioni in cui sono costretti a lavorare - hanno detto, soddisfatti per l’esito della manifestazione, Marco Comigni e Piergiorgio Gori (Cgil), Irene Olenich (Cisl), Ernesto Granzotto e Adriana Sussa (Uil),), Angela Iurman e Andrea Corbatto (Fabi), Roberto Benedetti e Flavio Varesano (Unisin) -. Questo conferma che le ragioni per le quali abbiamo chiamato a raccolta i nostri colleghi sono valide e convidise dalla quasi totalità del personale. In città siamo circa 340 dipendenti in tutto, ebbene, attorno ai banchetti allestiti in via San Nicolò, davanti alle vetrate della nuovissima sede che ha sostituito quella storica di piazza della Borsa, ci siamo ritrovati in più di 200. In sostanza – hanno aggiunto i rappresentanti sindacali – possiamo dire che la quasi totalità degli addetti agli sportelli, cioè quelli che soffrono di più la disorganizzazione dell’istituto, hanno deciso di scioperare e di venire in strada, per ribadire le ragioni della protesta».
Una protesta in atto da tempo, alla quale finora l’Unicredit non ha voluto replicare, adottando la linea dura nei confronti delle richieste del personale. Ma, anche sull’onda del successo degli scioperi, sta per aprirsi un nuovo capitolo della vertenza. È stato indetto infatti per lunedì prossimo, alle 14.30 a Milano, nella sede dell’Abi, l’associazione che raggruppa gli istituti bancari, il tentativo di conciliazione fra le parti. All’appuntamento saranno presenti anche i delegati delle sigle sindacali di Trieste. «Gli argomenti su cui discuteremo - annuncia Flavio Varesano, delegato nazionale dell’Unisin - sono gli stessi che hanno già portato a scioperare i colleghi della Liguria e del Veneto: gli eccessivi carichi di lavoro, dovuti al calo occupazionale previsto dagli ultimi piani industriali; il mancato ammodernamento dei sistemi informatici; le continue e ripetute violazioni del protocollo sul benessere nei luoghi di lavoro e sulle politiche commerciali e dell’accordo nazionale sulle politiche commerciali e l’organizzazione del lavoro. Infine - ha aggiunto - anche la mancanza di un’adeguata formazione. Se da parte di Unicredit non si prenderanno precisi impegni su questi temi - ha concluso Varesano - si andrà allo sciopero che, stavolta, sarà nazionale».
Le organizzazioni sindacali hanno intanto proclamato anche l’astensione dallo straordinario per le giornate di giovedì e venerdì. I lavoratori dell’Unicredit di Trieste e Gorizia hanno poi devoluto il corrispettivo di un’ora di lavoro a favore delle popolazioni colpite dalla recente ondata di maltempo in regione. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo