Parte la corsa a varchi e blocchi antiterrorismo

Anche in Friuli Venezia Giulia vertici operativi Priorità alle vie della movida nei centri storici
Lasorte Trieste 03/08/16 - Via Torino, Movida
Lasorte Trieste 03/08/16 - Via Torino, Movida
TRIESTE. Non solo metropoli come Barcellona, Roma, Londra e Milano. Anche le città del Friuli Venezia Giulia devono fare i conti, loro malgrado, con l’incubo terrorismo e l’allarme attentati. E così si succedono in queste ore, in ogni parte della regione, riunioni operative, incontri tecnici e tavoli di confronto nelle Prefetture. La finalità è fin troppo chiara: non farsi trovare impreparati e avviare rapidamente la corsa alla blindatura dei centri storici. Un obiettivo che impone anche di riflettere sulle zone più a rischio e sulla tipologia di misure di sicurezza aggiuntive da adottare.


In Fvg, in particolare, sono finite sotto la lente le grandi manifestazioni, quelle in grado di richiamare ogni anno decine di migliaia di visitatori. Come assicurarne lo svolgimento scongiurando eventuali problemi di ordine pubblico? Una risposta univoca e definitiva ancora non c’è ma da più parti si inizia a prendere in esame anche l’uso di barriere fisse, in grado di fornire protezione tutto l’anno specie alle vie considerate più “sensibili”. La “corsa alle barriere” vede quindi i nastri di partenza: la questione sicurezza, alimentata da almeno tre circolari ministeriali, tiene banco nelle prefetture e nei municipi del Fvg.


Il prefetto di Trieste Annapaola Porzio ha specificato che «la questione sicurezza non va trascurata, anche se non vi è la necessità di drammatizzare. Bisogna pensare al pazzo emulatore, più che al terrorista - così Porzio - e soprattutto non bisogna dare alla cittadinanza la sensazione di trovarsi blindati nella propria città». Dopo aver sottolineato che attualmente non ci sono segnali di allarme che riguardano Trieste, Porzio ha ammesso che «alcuni luoghi che non presentavano particolari rischi sono poi stati colpiti dai terroristi».


Il ricorso alle barriere non infiamma i cuori delle amministrazioni comunali del capoluogo giuliano e di quello isontino. «Valuteremo la loro adozione in funzione di ogni singolo evento o manifestazione», è il commento-fotocopia rilasciato dal vicesindaco di Trieste Pierpaolo Roberti e dal primo cittadino di Gorizia Rodolfo Ziberna. Più possibilista sembra essere la giunta Ciriani, che non esclude a Pordenone la chiusura delle principali aree pedonali, mentre il sindaco di Udine, Furio Honsell, sembra scartare la blindatura del capoluogo friulano al di fuori degli eventi che richiamano in strada molta gente.


Hanno nomi accattivanti, quali i new jersey, i pilomat e gli F-shape, oppure strizzano l’occhio al burocratese, come nel caso dei dissuasori in cemento e delle barriere mobili. «I pilomat potrebbero fare al caso di via Torino - spiega il vicesindaco Roberti -, qualora venisse ritenuto opportuno proteggere in maniera permanente quella via». L’esponente del Carroccio puntualizza che la blindatura di via Torino, centro nevralgico della movida triestina, «per ora è solo un’ipotesi che, per essere realizzata, richiederebbe l’individuazione di specifiche risorse economiche». Il Roberti-pensiero vira dal tecnico al politico nel giro di un amen, quando si tratta di ribadire che «è inutile blindarsi in casa propria se poi si continuano a tenere i confini aperti». Un’opinione che in sostanza si sovrappone alla posizione del sindaco Ziberna, che più che alle barriere pensa al presidio del territorio, «perché nessun goriziano teme che a Gorizia si possa verificare un attentato, ma in molti ormai dichiarano di sentirsi a disagio per la presenza degli stranieri». Quali sono i luoghi additati, a tal proposito, dal primo cittadino di Gorizia? «Galleria Bombi, viale Virgilio, i giardini pubblici, il parco della Rimembranza, il parco del Castello, ma anche la centrale via Diaz». Ziberna non sembra affatto intenzionato a mollare la presa sul fronte del presidio del territorio, anzi. «A ottobre cambierò la mission della Polizia locale - le sue parole -. Farò girare gli agenti in bicicletta elettrica, quartiere per quartiere, via per via. Chiederò loro di fermarsi a parlare con i cittadini, con gli esercenti. Faremo così sentire alle persone la presenza delle istituzioni, ma in questo modo potremo anche raccogliere delle informazioni preziose che poi gireremo alle forze di polizia». Sulla Destra Tagliamento le attenzioni del sindaco Alessandro Ciriani sono andate ai principali luoghi di aggregazione. «Piazza XX Settembre e piazzetta Cavour - spiega l’assessore alla Sicurezza di Pordenone Emanuele Loperfido - sono delle zone a traffico limitato che nel prossimo futuro potrebbero venir protette da dei dissuasori automatici tipo “pilomat”. Il periodo che stiamo vivendo richiede la massima attenzione».


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