Parla il comandante della motonave che ha rischiato di affondare al largo di Grado: «Entrava tanta acqua»
I turisti dopo lo sbarco dalle motovedette al Molo Torpediniere: «Non sappiamo dove andare
«Ho visto il gavone di prua pieno d’acqua e dalle bitte ne entrava tanta». Visibilmente teso, affaticato ma sicuramente sollevato per il fatto che tutti sono stati tratti in salvo e portati a terra, il comandante dell’Audace, Bruno Tessari, ha così spiegato appena sbarcato a Grado.
È stato l’ultimo ad abbandonare l’Audace e a scendere a terra al Molo Torpediniere. Erano le 11.24 quando ha lanciato il mayday. A bordo c’era un’ottantina di persone.
Le operazioni per far salire tutti sulle zattere si sono svolte concitatamente anche perché tutti hanno dovuto indossare il salvagente. Due parole le ha dette anche il mozzo appena sceso a terra. «Mi trovavo sottocoperta e ho visto entrare l’acqua con la barca che si stava impennando di prua: sono salito immediatamente a dare l’allarme».
L’operazione di soccorso è durata circa 4 ore. La quasi totalità dei passeggeri, di varie nazionalità, era fradicia quantomeno dalle ginocchia in giù, in tanti dalla cintola (la Sogit ha messo a disposizione dei vestiti). Tutti col viso provato dalla tensione, dalla paura e per l’essere stati sballottati dal mare. Dopo essere saliti sulle zattere, hanno dovuto essere trasbordati sui mezzi della Guardia costiera. Spostamento non semplice a causa del mare mosso. I rimorchiatori si sono messi a “coprire” un po’ la zona per facilitare l’azione.
I passeggeri erano per la quasi totalità austriaci ma c’erano anche cittadini olandesi e della Repubblica ceca. Quattro persone olandesi si erano imbarcate per recarsi a Trieste e da qui proseguire per Rovigno. «Abbiamo lasciato a bordo anche le quattro biciclette», racconta una donna che era fra le meno scosse di tutti. «Cosa fare e dove andremo oggi non lo so ancora. Intanto attendiamo l’arrivo dei nostri mariti», i quali sono giunti con una seconda motovedetta.
Otto di questi passeggeri sono stati poi accolti all’Hotel Astoria. Un ragazzo diciottenne di Salisburgo (alloggia con i famigliari che erano con lui al Savoy) racconta l’avventura con apparente calma ma parlando velocemente.
Grande lo spiegamento di forze a Grado. Oltre ai mezzi in mare schierati dalla Capitaneria di Porto (due motovedette di Grado, tre di Trieste, una di Lignano e una di Porto Nogaro) sono intervenuti anche due elicotteri e pure l’Atr42 della Guardia costiera giunto da Pescara. In mare anche mezzi della Guardia di Finanza e pure un peschereccio oltre ai rimorchiatori. L’operazione a Grado è stata coordinata dal comandante di Circomare Domenico Castro.
A coordinare il soccorso il direttore marittimo regionale Luciano Del Prete: ha sottolineato il fatto che i soccorsi siano stati immediati anche perché una motovedetta di Grado si trovava già in mare e un elicottero lo stava sorvolando. Dove c’è stato lo sbarco è stata allestita una tenda della Sogit, c’erano una decina di ambulanze e l’auto medicalizzata con i responsabili del 112, i Vigili del fuoco, mezzi della Protezione vivile e naturalmente Carabinieri e Polizia locale. Presenti anche Giuseppe Corbatto al primo giorno da sindaco, il quale si è complimentato per i soccorsi, e i referenti della Tpl Fvg e dell’Apt che gestiscono il servizio. E pure il prefetto, Raffaele Ricciardi: «È andato tutto bene. Il sistema soccorso ha funzionato alla perfezione, hanno collaborato tutti, anche diversi cittadini».
Un esempio è stato quello del titolare del ristorante pizzeria Le Cube che ha portato per tutti, naufraghi e soccorritori, una bella pila di pizze.
E l’Audace? I rimorchiatori sono riusciti a tenerla a galla e a trasportarla infine a Porto Nogaro. Il comandante della Capitaneria di Porto di Monfalcone, Giuseppe Siragusa, spiega che il magistrato l’ha posta sotto sequestro poiché c’è l’ipotesi di naufragio colposo.
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