La società americana Pmt svilupperà a Trieste una cura anti Parkinson

L’accordo di collaborazione tra la Regione e la Virginia dà i suoi primi risultati. Gli statunitensi lavorano a una nuova molecola assieme all’ateneo giuliano

Roberta Mantini
La firma tra il rettore Di Lenarda, l’imprenditore Harper e il presidente Fedriga
La firma tra il rettore Di Lenarda, l’imprenditore Harper e il presidente Fedriga

La nuova molecola scoperta dall’azienda americana Performance Medical Technologies (Pmt) per il trattamento del morbo di Parkinson verrà sviluppata in collaborazione con l’Università di Trieste. L’azienda statunitense si insedierà in Friuli Venezia Giulia e ha siglato l’accordo di cooperazione con l’ateneo giuliano, alla presenza del governatore Massimiliano Fedriga, degli assessori regionali Riccardo Riccardi (Salute) Alessia Rosolen (Università e Ricerca) e Sergio Emidio Bini (Attività produttive), del rettore dell’Università di Trieste Roberto Di Lenarda e dei co-fondatori di Pmt Thomas Harper e Kurt Wassenaar.

La missione Usa

Si tratta del primo risultato concreto raccolto dopo l’ultima missione svolta da Fedriga in America. «L’accordo – ha detto il governatore – è una pietra miliare importante nel percorso avviato dalla Regione per attrarre investimenti esteri sul territorio, in particolare dagli Stati Uniti». Fedriga ha sottolineato «il primo riscontro del percorso di collaborazione internazionale avviato dalla Regione e dalla Virginia con il protocollo firmato lo scorso ottobre».

Per il presidente della Regione, «è importante che questa partnership parta da un settore chiave come la ricerca applicata, in questo caso alla salute, con nuove risposte a patologie neurogenerative in particolare il Parkinson». Fedriga ha parlato di «ecosistema che vogliamo far crescere nella nostra regione, sia per aumentare l’attrattività del territorio sia per le nuove soluzioni che possono essere sviluppate a beneficio della comunità».

Il processo di investimento dell’azienda americana nella nostra regione, come spiegato dal governatore «è iniziato ben prima delle elezioni americane» e «non c’è dubbio che l’Europa, l’Italia, e in particolar modo il Friuli Venezia Giulia, visto anche il contesto geografico dove siamo collocati, può rappresentare un’opportunità di stabilità e di certezze».

L’azienda americana prenderà sede in Friuli Venezia Giulia, nell’attesa di future espansioni. «Pmt è entusiasta e si impegna a collaborare con l’Università di Trieste, con Serichim (basata a Torviscosa, ndr) e con la Regione nello sviluppo della nostra attività biotecnologica e clinica», hanno commentato i vertici di Pmt.

Il focus dell’azienda

Il focus dell’azienda innovativa si basa sullo sviluppo e sulla validazione di nuove tecnologie, protocolli clinici e opzioni terapeutiche per la diagnosi e il trattamento delle malattie neurodegenerative. Harper ha ricordato che «la malattia di Parkinson è la condizione neurologica con maggior crescita al mondo, i numeri parlano di oltre 10 milioni di persone. La diagnosi è molto difficile ma stiamo lavorando su una nuova molecola che potrebbe mitigare l’inizio dei sintomi più severi, come il decadimento cognitivo lieve, il freezing motorio e i tremori».

Cosa prevede l’accordo

L’accordo tra Pmt e l’Ateneo di Trieste prevede una serie di attività congiunte nel campo della ricerca medica sulla cura delle malattie neurodegenerative. «All’Università – commenta Wassner – abbiamo trovato un ambiente ricco di tecnologie, supporto clinico e una comunità scientifica incredibilmente disponibile».

I dipartimenti universitari coinvolti sono tre: Scienze della vita, Scienze chimiche e farmaceutiche, Scienze Mediche, chirurgiche e della salute. «Verranno condotte ricerche, analisi e studi clinici pilota per la creazione di un nuovo farmaco contro il Parkinson», ha spiegato il rettore Di Lenarda, evidenziando che «le attività scientifiche trattate nell’ateneo, in collaborazione con Pmt, costituiranno la base per la domanda Nda (new drug approval) per poterlo commercializzare». Di Lenarda prima della firma ha ricordato: «Siamo all’inizio di una sfida scientifica stimolante e di grande impatto sociale, che condurremo con le competenze e le strutture di eccellenza di cui disponiamo». —

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