Park, case e terreni: i “saldi” del Comune di Trieste

L’amministrazione municipale rimette sul mercato anche le ex Officine Holt e il macello che si trova ad Aquilinia
Lasorte Trieste 20/07/06 - Park Via Carli
Lasorte Trieste 20/07/06 - Park Via Carli

Vendere, vendere, vendere. Purché si trovi, in questo disgraziato momento, qualcuno che compra. Per certe cose il Comune ha bussato al mercato più e più volte, e i muri sono rimasti però ignorati. Adesso per rinforzare il bilancio il piano di alienazioni previste tra 2013 e 2015 è stato perfezionato. E dovrà essere approvato dal Consiglio comunale e allegato, appunto, al bilancio faticosamente chiuso ma la cui approvazione è slittata per indicazioni governative ancora più in là. Torna sul mercato (è “lui” il pezzo indigesto) l’ex macello che si trova in territorio di Muggia. E si torna a proporre quel peraltro apprezzabile pezzo di storia che sono le ex Officine Holt.

Quante cose chiuse e dismesse, a Trieste, anche senza tornare sul punto dolente dei “magazzini” nel porto antico e delle caserme. La delibera con cui il Comune ha stilato la lista ufficiale sia delle alienazioni, e sia delle proprietà che intende invece conservare ma valorizzare, contiene una fotografia di ampie porzioni di città per le quali la didascalia dice “inutilizzate”.

Ci sono per esempio cinque uffici pubblici una volta sede di centro civico e ben 34 appartamenti vuoti (classificati come “popolari”). Dietro questa operazione vige anche l’accordo firmato a suo tempo con l’Ater, cui il Comune ha conferito case di sua proprietà per affitti agevolati. Ma se sono vuote significa che sono ormai inadatte all’uso, da restaurare, fuori norma. Né l’Ater né il Comune hanno interesse a spendere per mini-abitazioni costose e non strategiche.

C’è poi anche un’abitazione nella zona di Chiadino, ricevuta per donazione, ma con un vincolo: che vi entri una fondazione scientifica. I benefattori che “legano” i propri lasciti a uno scopo nobile mettono spesso in difficoltà le amministrazioni che ricevono (vedi villa Stavropulos, che il proprietario amante delle arti lasciò perché vi fossero ospitati artisti, cosa mai avvenuta). Il Comune possiede anche un appartamento a Santa Croce, due magazzini, un box auto affittato, 279 posti per auto e moto, e altri 137 dati in abbonamento sotto la gestione di Esatto. «Speriamo finalmente di liberarci dei posteggi al Boschetto (area retrostante il Giulia) e di via Locchi - conferma l’assessore ai Lavori pubblici Andrea Dapretto -, mentre un’altra quota di parcheggi potrebbe essere data in compensazione alla Riccesi per un park multipiano». Sarebbe la fine del contenzioso per il cassato multipiano sotto piazza Ponterosso.

Poi c’è la partita dei terreni. Ci sono 3761 metri quadrati più altri 631 «da vendere a fini edificatori», in altra area «da vendere 2000 metri quadrati» su quasi 17 mila. Molto più ampia, migliaia di metri quadrati, tra appezzamenti-fazzoletto e distese da oltre 11 mila metri, è invece la proprietà di terreni che il Comune intende non già alienare, ma «valorizzare», e si tratta di boschi, pascoli, vigne, orti, prati, «arativi e seminativi».

Fra gli immobili «da valorizzare» si trova anche la Fiera, il grande comprensorio dismesso. Il curatore fallimentare come si sa ha riaperto i termini fino a luglio per le manifestazioni d’interesse. Il Comune da tempo annuncia che quella zona è “strategica” e diventerà un nuovo asse urbano sia per residenzialità, sia per i musei (Storia naturale e de Henriquez) e sia per viabilità. Dunque la Fiera non si vende, si cerca bensì qualcuno che voglia farci qualche cosa dentro. E qui Piano regolatore, idee, e ricerca di eventuali investitori vanno di pari passo. Altra destinazione per la ex mensa Crda dove l’amministrazione annuncia che «è in corso la progettazione per la sua ristrutturazione».

In tutti i casi, e comunque vada a finire, è stato completato per la prima volta l’inventario delle proprietà, compito che Dapretto si era prefissato non appena arrivato ai Lavori pubblici. E non è nemmeno finita, perché per molti immobili è specificato che vanno aggiornate le situazioni tavolari e catastali. Nessuno, negli anni, si era mai preoccupato dei beni, ce n’era davvero così poco bisogno.

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