Parco di Miramare, torna a scorrere l'acqua nel ruscello che alimenta il lago dei cigni

Conclusa la riqualificazione dell’impianto dietro le Scuderie, è possibile ora fruire della rete idrica che sfrutta la falda. Lavori da 100 mila euro
Il progetto di riqualificazione della stazione di pompaggio ha comportato un ampliamento della vasca che già si trovava in prossimità delle Scuderie del Castello e che nell’Ottocento serviva per rifornire di acqua gli animali ospitati nell’edificio. L’acqua raccolta viene ora trasportata dalla stazione di pompaggio, attraverso condotte che ne regolano i flussi, nella parte alta del Parco fino al Laghetto dei Loti e da lì al Lago dei Cigni. In questo modo si consente di non versare acqua clorata a mare e quindi nella Riserva marina. Foto di Massimo Silvano
Il progetto di riqualificazione della stazione di pompaggio ha comportato un ampliamento della vasca che già si trovava in prossimità delle Scuderie del Castello e che nell’Ottocento serviva per rifornire di acqua gli animali ospitati nell’edificio. L’acqua raccolta viene ora trasportata dalla stazione di pompaggio, attraverso condotte che ne regolano i flussi, nella parte alta del Parco fino al Laghetto dei Loti e da lì al Lago dei Cigni. In questo modo si consente di non versare acqua clorata a mare e quindi nella Riserva marina. Foto di Massimo Silvano

Trieste, il suono dell'acqua coccola i visitatori al Parco di Miramare

TRIESTE Non solo germani reali e pesci rossi. Il parco di Miramare si avvia verso la primavera, accogliendo i visitatori ora anche con il mormorio del ruscello che attraversa il giardino e alimenta i laghi dei Loti e dei Cigni, arricchendo così gli spazi verdi con nuovi dolci suoni bucolici.

Grazie a un progetto di riqualificazione della stazione di pompaggio dietro le Scuderie è stato infatti possibile tornare a fruire della rete idrica che sfrutta la falda acquifera. È uno dei tanti interventi, del costo in questo caso di 100 mila euro, che continuano a rendere sempre più invitante il maniero di Massimiliano e Carlotta, puntando in particolare, nello specifico, sulla sostenibilità.

Il progetto di riqualificazione della stazione di pompaggio ha comportato un ampliamento della vasca che già si trovava in prossimità delle Scuderie del Castello e che nell’Ottocento serviva per rifornire di acqua gli animali ospitati nell’edificio. L’acqua raccolta viene ora trasportata dalla stazione di pompaggio, attraverso condotte che ne regolano i flussi, nella parte alta del Parco fino al Laghetto dei Loti e da lì al Lago dei Cigni. In questo modo si consente di non versare acqua clorata a mare e quindi nella Riserva marina. Foto di Massimo Silvano
Il progetto di riqualificazione della stazione di pompaggio ha comportato un ampliamento della vasca che già si trovava in prossimità delle Scuderie del Castello e che nell’Ottocento serviva per rifornire di acqua gli animali ospitati nell’edificio. L’acqua raccolta viene ora trasportata dalla stazione di pompaggio, attraverso condotte che ne regolano i flussi, nella parte alta del Parco fino al Laghetto dei Loti e da lì al Lago dei Cigni. In questo modo si consente di non versare acqua clorata a mare e quindi nella Riserva marina. Foto di Massimo Silvano

Da una parte infatti si riducono i costi dei consumi idrici e dall’altra si consente di non versare acqua clorata a mare e quindi nella riserva marina. Questo non avviene invece con il rifornimento dell’acquedotto che si trova nei pressi della dimora asburgica. Costruito nella seconda metà dell’Ottocento, sulla base di un progetto che annoverava fra gli autori Carl Junker, progettista anche della dimora nobiliare, rifornisce per altri versi il castello con acqua potabile e quindi clorata. Sulle acque di risorgiva al contrario, disponibili gratuitamente, sono state condotte specifiche analisi chimiche che ne decretano a tutt’oggi la sostanziale purezza. Curioso però che, nonostante la purezza dell’acqua filtrata a monte dagli strati rocciosi, già disponibile all’epoca, l’arciduca d’Austria predispose fin da subito l’allacciamento del Castello all’acquedotto pubblico. Questo perché, forse, tale elemento rappresentava la modernità dell’edificio, anche se probabilmente non furono estranee considerazioni sanitarie sull’onda dell’epidemia di colera che imperversò a Trieste nel 1855.

Il ruscello al parco di Miramare. Foto Silvano
Il ruscello al parco di Miramare. Foto Silvano


Il ripristino dei corsi d’acqua si inserisce in un lotto che prevede anche dall’inizio di marzo un progetto di rinaturalizzazione nei laghi dei Cigni e dei Loti e che include la pulizia degli specchi d’acqua e il reinsediamento di piante e specie animali autoctone. L’operazione di svuotamento e pulizia dei laghi avverrà nel rispetto della fase di riposo dei numerosi pesci che ora li popolano (carpe e pesci rossi) e che verranno traslocati in una vasca attigua per permettere appunto di liberare i laghi dal deposito di almeno 400 metri cubi di residui e sedimenti.

Negli invasi sono presenti anche tartarughe e piccoli anfibi come i tritoni. Sarà quindi la volta buona per il ritorno dei due cigni, che tempo addietro avevano preso il volo senza ritorno? Solo alla fine dei lavori verrà considerata l’opportunità di portare due cigni nel laghetto. Intanto a breve sbocceranno diverse specie di fiori, piantati durante gli scorsi mesi. Tra questi, si potranno ammirare di sicuro tulipani, emerocalli, agaphantus, ciclamini, muscari e crocus.

Si passerà poi a un intervento sull’irrigazione della parte inferiore del parterre. «Stiamo studiando la configurazione dell’area, anche sulla base di foto d’epoca», specifica Andreina Contessa, direttrice del Museo storico e parco del Castello di Miramare, che è al lavoro pure sulla scelta della destinazione d’uso del Castelletto. È quest’ultimo l’edificio che si affaccia sulla baia di Grignano, in cui sono iniziati da poco i lavori di restauro degli ambienti interni con una prima tranche di 100 mila euro.

È in atto anche il recupero del Bagno ducale per un importo di 230 mila euro: un suggestivo chalet, anch’esso in disuso da decenni, che veniva utilizzato come cabina da spiaggia. «Rimarrà con la sua funzione e verrà aperto per visite guidate», spiega in proposito Contessa. Nel frattempo è stata ripristinata anche la collaborazione con le guardie forestali: si occuperanno ora della parte alta del parco sopra la Costiera. —


 

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