Parco della Cherca, balneazione vietata dal prossimo anno: «Natura da tutelare»

Dopo la decisione di limitare gli ingressi a diecimila al giorno scatta la misura mirata a proteggere le barriere di travertino
Le splendide cascate del parco della Cherca
Le splendide cascate del parco della Cherca

SEBENICO Giro di vite da parte della direzione del Parco nazionale del fiume Cherca (Krka), nella regione dalmata di Sebenico: a partire dall’inizio del 2021 sarà vietata la balneazione in quest’area di 109 chilometri quadrati in regime di tutela dal 1985, da quando cioè fu proclamata parco nazionale. La decisione è mirata tanto a proteggere le barriere di travertino, fenomeno di importanza fondamentale per l'ecosistema, quanto a garantire la sicurezza dei visitatori. Negli ultimi quattro anni, ai piedi della cascata di Scardona (Skradinski buk) ci sono stati infatti cinque annegamenti. Si tratta dell’ultima cascata del fiume, quella con i suoi 17 letti di travertino.



«Abbiamo voluto proibire agli ospiti di refrigerarsi nelle acque del fiume solo dal prossimo anno per lasciare un periodo di transizione - ha spiegato la direttrice del parco Nella Slavica – e in questo modo siamo venuti incontro alle esigenze delle agenzie turistiche, che organizzano solitamente per la loro clientela una puntata al fiume Cherca. Ma dal primo gennaio prossimo non ci sarà più alcuno sconto». Slavica ha precisato che la popolazione locale – abituata da lunghi decenni a farlo – potrà continuare a immergersi nella Cherca, dove avrà a disposizione tre siti (cioè spiagge): si tratta del lago di Visovac e della zona sovrastata dalla cascata Roški slap, che poi è la maggiore lungo il corso del fiume dalmata. «Il nostro obiettivo è quello di preservare le rocce calcaree del parco – ha precisato Slavica – e di permettere la sedimentazione». Resteranno inoltre in vigore le limitazioni entrate in vigore già un anno e mezzo fa. Per esempio - ha ricordato ancora la direttrice del parco quella che prevede il limite di diecimila turisti al giorno allo Skradinski buk.

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Inoltre - ha chiuso Slavica - «nel parco nazionale non saranno permesse in futuro né la caccia né la pesca». Il motivo lo ha spiegato Drago Markuš, della direzione del parco: «Per ovvie ragioni non possiamo mettere a contatto visitatori e doppiette. A causa del suo passato geologico, il fiume Cherca dà ospitalità a specie ittiche endemiche, mentre lungo le sue sponde ci sono specie tutelate a rischio». Markuš ha voluto sgombrare il campo dagli equivoci e dai timori espressi dagli abitanti locali: «Il nuovo regolamento - ha spiegato - non impedirà l’attività agricola nella zona e nemmeno il pascolo di bovini, ovini e caprini. Tutto continuerà come prima del 1985, senza impedimenti per agricoltura e allevamento».

Gordana Goreta, responsabile del Dipartimento tutela delle acque, travertino e biodiversità del parco della Cherca, ha allontanato gli allarmismi sorti degli ultimi tempi: «Non c’è alcun mutamento nelle nostre rocce calcaree, che monitoriamo quasi quotidianamente per appurare eventuali segnali di degrado. Il nuovo regolamento, che vieta la balneazione, va inteso come una misura preventiva per evitare in futuro brutte sorprese. Dobbiamo tramandare questa meraviglia della natura a chi verrà dopo di noi. Anche per questo motivo ci siamo decisi a eliminare le scene caotiche degli anni scorsi, quando il parco veniva preso ogni giorno d’assalto da decine di migliaia di visitatori». —


 

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