Parco del mare a Porto Lido, strada in salita
TRIESTE Il Parco del Mare al fianco del “Pedocin”? L’approdo a Porto Lido (area Lanterna), al di là della valutazione della Regione Fvg sul nuovo progetto dell’architetto statunitense Peter Chermayeff, non è sicuro. La Camera di Commercio di Trieste e la Fondazione CrTrieste, pronte a unirsi in una società di scopo magari con la Costa Edutainment di Genova, devono fare i conti con “Invitalia” spa, la società pubblica che ha messo in svendita 5 porti turistici in Italia tra cui il mai nato Porto Lido, progetto di Trieste Navigando. La gara, a quanto pare, non è andata proprio deserta. «La commissione è al lavoro. Entro fine mese si saprà il risultato», spiegano dal quartiere generale di Invitalia a Roma. Ma quante offerte ci sono? «Questo non glielo posso raccontare. Sono atti di un bando di gara. Sono informazioni riservate».
In ballo c’è l’acquisizione del 100% di “Trieste Navigando”, società interamente controllata da “Invitalia Partecipazioni spa”, strumento operativo del ministero dello Sviluppo economico. Il progetto triestino prevedeva la costruzione di un porto nautico nel sito che ospitava la Cartubi, dove termina il molo fratelli Bandiera, praticamente ai piedi della Lanterna vicino al popolare bagno “Pedocìn”. “Trieste Navigando” aveva ottenuto dall'Autorità portuale una concessione, prima trentennale poi - dall'aprile 2013 - quarantennale per 41.514 metri quadrati, con un canone annuo di 61.568,61 euro. L'idea di partenza prevedeva un marina (chiamato PortoLido) da 117 posti barca. Mai nato. I tre commissari, chiamati a vagliare le offerte, si sono insediati il 31 luglio. Sono Stefano Zunarelli (ordinario di diritto della navigazione a Bologna), Mario Sebastiani (docente di economia politica a Tor Vergata) e il commercialista veronese Ermano Sgaravato.
La cosa certa è che l’ente camerale triestino non è in lizza. Il deus ex machina del Parco Antonio Paoletti, nonostante abbia coltivato la tentazione di partecipare alla gara, non ha presentato offerte al bando per la vendita di partecipazioni di Invitalia. L'ultimo termine scadeva lunedì 27 luglio, termine prorogato di 15 giorni rispetto a quello originario. A far desistere Paoletti è stata la stima di un milione o un milione e mezzo per rilevare la una concessione quarantennale visto che il progetto di Porto Lido (che fa capo a Trieste Navigando) non è compatibile con il parco acquatico. «La Camera di commercio ha sempre creduto nel Parco del mare e continua a lavorare» manda a dire il presidente camerale, che preannuncia una conferenza stampa appena la cosa si definiranno.
La “fede” di Paoletti non è in discussione. In 10 anni ha resistito a tutto riuscendo persino a fare proseliti. Non ultimo Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera, che si sta spendendo a tutti i livelli istituzionali per far uscire dalle secche il progetto. Fu lui del resto, il 18 maggio 2007, quand’era sottosegretario agli Interni con Prodi, a scoprire il plastico del Parco del mare in Camera di commercio assieme all’allora sindaco Dipiazza.
Sul progetto resta abbottonata invece la Fondazione CrTrieste: «Non abbiamo nulla da dire o da commentare». Restano le parole pronunciate a Natale dal presidente Massimo Paniccia: «Porto Lido è un sito stupendo, la Fondazione può mettersi al servizio di un progetto in cui la città crede... Se è sostenibile, perché no? Eravamo perplessi a Genova quando ci hanno riferito di 1 milione di visitatori. Ma abbiamo visto i registri: la media fra il picco basso di 300 e quello alto di 14mila visitatori al giorno fa quella cifra, e secondo Costa c'è spazio in Italia per un acquario a Genova, uno a Trieste e uno a Napoli». Qualcosa di più di un semplice via libera.
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