Parcheggio per i pendolari nell’ex deposito dei tram
Un bel parcheggio. Che consentirebbe di cogliere, come si suol dire, "due piccioni con una fava".
Il Comune è intenzionato a giocare sino in fondo la carta dell'area di sosta da realizzarsi al posto del defunto ricovero dei tram. «Cercheremo di venirne fuori», spiega il sindaco Ettore Romoli. Magari conservando alcune testimonianze storico-artistiche del sito di via Di Manzano, come - ad esempio - il vecchio portone o le rotaie dei tram. Ma perché parliamo di due piccioni con una fava? Perché un'area di sosta, in quell'area, serve come il pane. Tutto nasce dalla realizzazione, parecchi anni fa, del Centro intermodale passeggeri (Cip) delle corriere dell'Apt proprio nelle immediate vicinanze della stazione ferroviaria. Ciò portò a un taglio deciso dei posti-auto con difficoltà (mai risolte) per i pendolari e per coloro che utilizzano il treno per spostarsi fuori città. L'intenzione del Comune, quindi, è quella di presentare un progetto per realizzare un parcheggio (un primo piano prevedeva 135 posti auto) capace di rispondere soprattutto alle esigenze di coloro che frequentano la vicina stazione ferroviaria. La Soprintendenza, a quanto pare, non farebbe grosse opposizioni, a patto che si conservino alcune memorie storiche del sito. Peraltro, quella del parcheggio non è nemmeno un'idea nuovissima. Già una decina di anni fa, Apt propose una simile realizzazione in quel sito. Andando indietro con la memoria, dai calcoli effettuati dagli esperti degli uffici tecnici comunali, i posti-macchina ricavabili dall'area sarebbero dovuti essere 134: di questi, una parte sarebbero stati a pagamento, l'altra a titolo gratuito per la felicità dei pendolari. La gestione dell'impianto sarebbe stata affidata all'Azienda provinciale trasporti (Apt), in forza di una convenzione stipulata con il Comune che (era il 2009) si sarebbe dovuta firmare "a breve".
Ma tutto rimase sulla carta e, oggi, l'ex deposito dei tram sta crollando nel disinteresse pressoché generale. «Anni fa - dichiarò a suo tempo l’allora presidente di Apt, Paolo Polli - la nostra azienda manifestò al Comune l'interesse per quell'area con l'intenzione di trasformarla in parcheggio, a raso, funzionale al polo intermodale passeggeri, gomma e ferro, quindi al servizio dell'utenza che ogni giorno arriva o parte da Gorizia sia con la corriera che con il treno. Allòra, infatti, non sussisteva alcun vincolo culturale sull'immobile insistente sull'area in questione». Aggiunse Polli: «Se non ricordo male, nell'ultima stesura del Piano regolatore della città di Gorizia, l'area era stata definita "Servizi urbani e di quartiere-Parcheggio", chiaramente individuando un naturale luogo di sosta all'ingresso della città. Successivamente il sito, o meglio la costruzione che sul sito insiste, è stata dichiarata di "interesse culturale" e, quindi, da salvaguardare. Tentare di conciliare due esigenze distanti tra di loro ha come risultato un notevole incremento dei costi e in più un quasi dimezzamento degli stalli». Quindi, niet. Oggi, c’è la possibilità che quel progetto riprenda quota ma sotto la regia del Comune di Gorizia.
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