Parata di ministri per la firma il 5 luglio

Attesi in città Salvini e il responsabile Esteri magiaro Szijjarto Fedriga festeggia i frutti dell’asse sovranista tra i due Paesi
Il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini (S) e il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimilano Fedriga (D) alla cerimonia del giorno del Ricordo, Basovizza (Trieste), 10 febbraio 2019.ANSA/UFFICIO STAMPA MATTEO SALVINI +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++ . .
Il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini (S) e il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimilano Fedriga (D) alla cerimonia del giorno del Ricordo, Basovizza (Trieste), 10 febbraio 2019.ANSA/UFFICIO STAMPA MATTEO SALVINI +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++ . .

Trieste. La firma che ufficializzerà il coinvolgimento ungherese nello sviluppo del porto sarà apposta a Trieste venerdì 5 luglio. L’accordo verrà siglato da una società pubblica magiara e dalle imprese italiane Teseco e Seastok, ma l’appuntamento avrà forti connotazioni politiche con le possibili (ma non ancora confermate) presenze del vicepremier Matteo Salvini e del ministro degli Esteri Peter Szijjarto, ospite in città soltanto pochi giorni fa in occasione del vertice Ince. Se per l’Autorità portuale il passaggio è valutato solo dal punto di vista dello sviluppo infrastrutturale, governo nazionale e regionale presenteranno l’intesa come frutto dell’asse sovranista tra la Lega e il governo di Viktor Orban. E proprio questo allineamento potrebbe garantire in effetti la velocizzazione del percorso burocratico connesso al risanamento del sito, che poggia su quanto verrà deciso al ministero dell’Ambiente.



All’incontro della prossima settimana, in sede ancora da decidere, saranno certamente presenti gli attori locali della vicenda, a cominciare dal presidente dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino. «Il 5 luglio assisteremo a un miracolo – dice raggiante D’Agostino – perché nel 2015 la concessione dell’area era vicina a procedura di infrazione da parte dell’Ue e perché nel frattempo Ungheria, Slovenia e Polonia avevano costruito un corridoio ferroviario riconosciuto da Bruxelles, che avrebbe dovuto collegare Adriatico ed Europa centrale partendo dal porto di Capodistria. Ricordo inoltre che nel 2017 il Tar ha pure annullato la concessione Teseco su ricorso di Seastok». Secondo il presidente dell’Autorità, «con simili tegole non poteva esserci situazione peggiore: ma ci siamo messi a lavorare risolvendo i problemi. Nel 2017 c’è stata quindi la missione a Budapest e sono cominciati i colloqui col governo ungherese grazie alla mediazione dell’ambasciata italiana. L’area ex Teseco è stata scelta alla fine di quell’anno, dopo un viaggio in cui abbiamo presentato tutte le opportunità di investimento a Trieste».

Per Fedriga, «il porto di Trieste riacquisisce quella vocazione internazionale che deriva dalla sua posizione e che ora diventa effettiva. Ho sempre detto che lo scalo non sarebbe diventato cinese ma una casa per gli investitori internazionali: Trieste oggi è porto dell’Europa in cui tutti devono essere protagonisti. L’intervento ungherese è un tassello fondamentale, ma ci sono anche austriaci, realtà americane e del Sudest asiatico come Singapore». Il governatore del Friuli Venezia Giulia ritiene che «la regione può diventare un sistema logistico unico nel cuore dell’Europa, mettendo in rete il porto di Trieste e gli interporti di Fernetti, Gorizia, Cervignano e Pordenone, oltre a quello della Carinzia. Un sistema che non si limita al porto ma rende il Fvg concorrenziale rispetto al Nord Europa». La collaborazione con l’Ungheria continuerà: «I rapporti sono ottimi – conclude Fedriga – e a settembre sarò a Budapest in missione con le aziende regionali. Pensiamo a reciproci investimenti a livello di imprese e sistemi della ricerca: l’hub logistico va unito all’hub dell’innovazione per valorizzare le specificità del nostro territorio e farle rendere dal punto di vista commerciale». —

D.D.A.

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