Papa Francesco sceglie l’anello “triestino”

È in argento dorato ed era nelle mani di don Malnati. Il cardinale Re l’ha fatto avere al Papa che ha deciso di indossarlo
sterle trieste don ettore malnati a c a piero spirito
sterle trieste don ettore malnati a c a piero spirito

TRIESTE. Arriva da Trieste l’anello papale. Con un giro contorto che dalla segreteria di papa Paolo VI l’ha portato, tramite le mani dell’allora segretario monsignor Macchi, a quelle dell’attuale braccio destro del vescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi, e cioè don Ettore Malnati. Parroco di Notre Dame de Sion, Malnati ha una bella storia da raccontare. Anche perchè, come già nelle prime uscite pubbliche del nuovo Pontefice, parla in favore di una sua semplicità anche un po’ naif.

La stessa che, tra i tanti possibili, l’ha portato a scegliere proprio questo anello di argento dorato. Nei riti specifici per l’inaugurazione del Pontificato, la consegna dell’”Anello del Pescatore (Pietro è per definizione l’Apostolo pescatore in quanto pescatore di uomini adatti alla causa...) è stata fatta dal Cardinale decano, Angelo Sodaro. Simbolicamente l’anello presenta l’immagine di San Pietro con le chiavi, in un abbinamento di una certa suggestione.

«L’anello - racconta Malnati - è stato fatto da Enrico Manfrini, ed era in dotazione a monsignor Macchi. Quando la ditta Senesi, che realizzava questo tipo di gioielli, è fallita, allora abbiamo recuperato alcune cose tra cui lo stesso anello, varie croci, medaglie. Un po’ di questa dotazione l’ho tenuta io in parrocchia».

E qui la situazione si ammanta di giallo. Perchè la parrocchia di Sion ha subito un furto, ormai agli annali, durante il quale gli ancora misteriosi predatori ignorarono proprio l’anello del Papa. E lo lasciarono dove stava. «È successo sei anni fa - ricorda Malnati - ma erano stati rubati solo gli oggetti in oro. Gli stessi carabinieri mi dissero che probabilmente erano stati degli zingari, che notoriamente non rubano argento in quanto considerato foriero di cattiva sorte... L’anello superstite - continua Malnati - l’avevo dunque tenuto. Recentemente, quando si poneva il problema, ne ho parlato con monsignor Crepaldi e allora mi sono messo in movimento, per informarmi, in prima battuta... Il lavoro di intelligence di Malnati non è stato vano. Dapprima ha scoperto che Paolo VI era attaccato a quel particolare anello perchè pare desiderasse gli fosse infilato sulla mano dopo la sua morte, anche se non è successo così. «Recentemente - racconta ancora il parroco di Sion - il cardinale Giovanni Battista Re (che durante il conclave del 2013, in qualità di cardinale elettore primo per ordine ed anzianità, ha svolto i compiti spettanti di norma al decano del Collegio cardinalizio ndr) mi ha detto: portami il calco. Allora appena l’altro sabato ho portato l’anello a Re, poi ai cerimonieri pontifici, che l’hanno mostrato a Papa Francesco, e lui ha scelto proprio questo!».

La soddisfazione di Malnati è legata anche all’intrinseco messaggio legato all’ornamento. «Sono molto contento - spiega - perchè l’anello indica anche una certa continuità di stile del Concilio, offrendo allo stesso tempo un’immagine di semplicità e bellezza artistica. Quando gliel’ho consegnato Re mi ha detto: vedrai che sarai contento. Ieri sera, poi, dopo la prima uscita di Papa Francesco mi ha telefonato: “Hai visto il Papa alla messa?”, ha detto. E certo che l’avevo visto, e questa scelta è un onore per noi tutti e per Trieste».

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