Papà Beppino: «Mi hanno lasciato solo»
«Ora non voglio parlare con nessuno. Ai veri amici chiedo di non chiamarmi»
Beppino Englaro
UDINE «Eluana ci ha lasciati. Ora voglio solo stare da solo. Non voglio dire nulla». Il calvario di sua figlia, un calvario che durava da diciassette anni, è appena finito. Non il suo, quello non finirà mai, e Beppino Englaro lo sa. L’ha sempre saputo. Ma solo adesso, dopo aver combattuto come un leone contro tutto e tutti affinché la volontà del suo «purosangue della libertà» fosse realizzata, cede alle lacrime. Al dolore che «tanti, troppi non hanno capito».
Al silenzio. Un silenzio che invoca, con un filo di voce, rivolgendosi innanzitutto a chi gli è stato vicino: «Non dovete preoccuparvi per me. L’unica cosa che chiedo ai veri amici è di non cercarmi. Sono fatto così, chiedo che mi rispettino».
Papà Beppino non è a Udine quando Eluana se ne va. All’improvviso. È a Lecco, nell’appartamento con vista sul lago dove vive con la moglie Sati, gravemente ammalata, e dove attende l’ennesima udienza dell’ennesimo processo. Quella che doveva tenersi oggi e che era stata innescata dalla denuncia di un avvocato pordenonese che voleva togliergli la patria potestà.
Non si aspetta, non se l’aspetta nessuno, che l’epilogo arrivi così presto. E infatti Englaro conta di ritornare in Friuli - nella «terra degli avi» dove ha sempre sperato di poter dare riposo alla figlia nel cimitero di Paluzza - nel giro di un giorno, massimo due. Per stare al fianco di Eluana, nella sua stanza, al primo piano della clinica «La Quiete».
Per accompagnarla nelle ultime ore dell’ultimo viaggio. Ma, poco dopo le 20, papà Beppino riceve la telefonata più dolorosa: gliela fa Amato De Monte, l’anestesista friulano che ha seguito passo passo l’addio alla Englaro, sin da quando l’ha presa nella notte tra lunedì a martedì nella clinica di Lecco.
Papà Beppino, che arriverà a Udine già nelle prossime ore per dare l’ultimo saluto a Eluana e per affrontare le tante questioni burocratiche aperte, si dispera. È scosso, tremendamente scosso: «Ci ha lasciati, ma adesso non voglio dire nulla, voglio solo stare da solo» dichiara, piangendo, al telefono. E ancora: «Ho dovuto fare tutto da solo, l’ho portata a questo livello, voglio finire da solo».
È solo un padre che ha perso la figlia, adesso. Un padre che ricorda Eluana quando, nel pieno della giovinezza, gli diceva che «la morte fa parte della vita». Un padre che non ha voglia di parlare come non ce l’ha il fratello, Armando, precipitatosi alla clinica udinese da Paluzza: «Ma cosa volete che dica?».
In tanti, però, cercano Beppino. E allora, per l’ennesima volta, il papà di Eluana si fa forza, riprende il controllo, ringrazia chi gli offre solidarietà e affetto, ma ribadisce il suo appello: «Voglio solo stare da solo». Un appello che il legale Vittorio Angiolini, a fianco di Englaro sin dall’inizio della battaglia giudiziaria, rilancia: «Lascino stare Beppino. Non l’hanno mai lasciato tranquillo. Gli hanno addirittura fatto vivere quest’ultimo momento con i carabinieri intorno alla figlia. Almeno adesso lo lascino in pace».
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