Paolo, il professionista che ha lasciato Roma per l’azienda agricola fondata con Brankica

Lei croata, lui italiano, si sono incontrati nella capitale dove lavoravano. Insieme hanno deciso di trasferirsi in un paese dell’entroterra dalmata

Giovanni Vale

Sulla strada che da Sebenico porta a Knin, seguendo il corso impetuoso del fiume Krka, si trova un paesino di poco più di 200 abitanti: Radučić. Tra queste poche case circondate dai campi sui quali vigila il monte Dinara, abita da qualche anno un italiano, Paolo Alessandro Mari, che ha lasciato Roma per l’entroterra della Dalmazia.

«Anche se non avessi incontrato Brankica avrei comunque cambiato vita. Non mi trovavo più bene nella capitale, avevo voglia di natura, di uscire di casa e vedere il cielo, di non avere sempre gli occhi fissi sul computer, il marciapiede o la metro», racconta Mari, classe 1970, una laurea in giurisprudenza e una carriera nel settore It prima di scoprirsi agricoltore e produttore di cosmetici naturali nella campagna croata. Brankica Borović è la persona per la quale Mari è finito a Radučić, dove abitavano i nonni di lei. Oggi la coppia vive qui in pianta stabile, ha piantato mandorle e elicriso e dato vita a un’azienda finalista quest’anno per il titolo (promosso dal ministero croato dell’Agricoltura) di “Migliore giovane impresa agricola” della Croazia.

La storia di Paolo Alessandro e Brankica inizia nel 2009, quando i due si incontrano a Roma. Brankica Borović, classe 1970, laureata in letteratura inglese a Palermo, lavora nella capitale italiana come project manager. I due iniziano subito a fantasticare sulla possibilità di cambiare stile di vita, magari trasferendosi nel paesino dell’entroterra dalmata dove Brankica è vissuta da bambina. «All’epoca ci vedevamo poco, eravamo entrambi sempre in giro per lavoro». Dopo i primi soggiorni estivi in Croazia per saggiare il terreno, nel 2011 la decisione definitiva del trasloco. «Pensavamo di continuare a lavorare a distanza per l’Italia, ma all’epoca lo smart working non era di moda».

Così nel 2015 i due decidono di lasciare i rispettivi lavori. Aprono un’impresa agricola familiare e piantano attorno a casa l’elicriso, noto per i fiori gialli e l’olio essenziale che produce. «Brankica lavorava già in Italia con i bandi europei, così grazie alla sua esperienza siamo riusciti a vincere due gare e ottenere dei finanziamenti», spiega Mari. Ma non basta coltivare elicriso per vendere i fiori: bisogna imparare a produrre i cosmetici, controllare insomma tutta la filiera della pianta. Così a Radučić sorge un piccolo laboratorio, mentre i due studiano alla Federazione italiana produttori piante officinali (Fippo), in Provenza, in Croazia... «L’elicriso è una pianta autoctona di queste zone, che ama i terreni carsici, aridi – racconta Brankica – dalla distillazione si produce un olio essenziale con cui si realizzano diversi prodotti e che ha ottime qualità».

Alle piante si aggiungono nel tempo gli asini (una decina) per la produzione del latte, sei alveari di api, un cavallo (è l’animale domestico di casa), due falchi e una lupa cecoslovacca.

Oggi l’azienda agricola dei Mari ha in catalogo 13 prodotti tra creme, unguenti, olii, tonici a base di elicriso ma anche delle piante più note della macchia mediterranea (dal timo al rosmarino), o realizzati a partire dal latte d’asina. Il laboratorio ha ottenuto l’ok del ministero della Salute croato, una ditta esterna analizza i cosmetici testandoli dermatologicamente (per rilasciare il Pif – Product information file – necessario per andare sul mercato). Una catena di supermercati vende i loro prodotti, acquistabili anche online e in alcuni boutique hotel e ristoranti della Dalmazia.

Ma la novità più importante è stata la nascita, due anni fa, della bimba cui la coppia ha intitolato la linea di prodotti. Non solo: «Ci piacerebbe legare la nostra produzione al turismo e permettere ai visitatori di venire qui da noi a imparare come si fanno i cosmetici naturali, magari portandosi poi a casa una crema fatta con le proprie mani», immagina Brankica parlando del prossimo obiettivo, un centro didattico che sorgerà vicino al laboratorio.

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