Pantaloni e scarpe a 10 euro: spopolano i negozi low cost

La crisi ha favorito la diffusione di questi punti vendita sparsi per il centro Clientela locale ma anche slovena e croata. Business in mano anche ai cinesi
Lasorte Trieste 17/01/12 - Corso Cavour, Negozio Mirella
Lasorte Trieste 17/01/12 - Corso Cavour, Negozio Mirella

di Micol Brusaferro

Una maglietta a cinque euro, un paio di pantaloni a dieci, stesso prezzo per scarpe o stivali, due per un berretto o i guanti e biancheria a un euro soltanto. Registrano un buon successo di vendite a Trieste in questi giorni i negozi che si possono definire low cost, dove i prezzi, già bassi durante l’anno, diventano stracciati in tempi di saldi. Complice la crisi sono tanti i triestini che si stanno dedicando allo shopping in alcuni punti vendita con merce scontatissima, oltre ai già frequentati cinesi, anche se, a detta dei commercianti, anche in questo settore si registra una marcata flessione degli affari.

«Ci sono meno triestini rispetto all’anno scorso, ma ci sono tanti acquirenti sloveni – spiegano da un negozio cinese di via Trento – anche perché possono trovare prezzi bassissimi che forse oltre confine non ci sono». «Finora c’è stato un gran movimento soprattutto di sabato, ma quest’anno è molto dura, chiedono tutti prezzi sotto i dieci euro, se si sale dicono che siamo cari – raccontano sempre gli esercenti cinesi, questa volta in via Roma – richieste che ci fanno capire come la crisi sia grande. Rispetto agli anni scorsi abbiamo sconti anche del 50%, e il prezzo finale è davvero basso, considerando che già prima non era elevato. Ci sono stivali a dieci euro e la gente chiede anche su quelli un ulteriore ribasso!». «Scelgono piccole cose, calze, biancheria, bigiotteria, possibilmente per pochi euro – aggiungono da un negozio “made in China” di via Ghega – spesso lo scontrino non supera i cinque o dieci euro». «Ho trovato una maglietta a sette euro, un paio di scarpe a dieci e un foulard a due – racconta una signora all’uscita di un negozio cinese vicino a via Filzi – passo abitualmente a dare un’occhiata qui in zona e riesco spesso a trovare capi d’abbigliamento da acquistare, soprattutto perché in questi mesi bisogna risparmiare, vista la crisi generale, e spendendo poco riesco a togliermi qualche sfizio». Un buon afflusso di acquirenti si può notare in questi giorni in altri spazi del centro cittadino, dove la politica è quella di ridurre al minimo i prezzi. E’ il caso del grande negozio di piazza Goldoni, una catena molto nota, a pochi passi dalla galleria, qui con i saldi sono molte le persone ad averne approfittato. «Abbigliamento e accessori partono da un euro, ma ci sono anche stock di merce a tre e cinque – spiegano dalla rivendita – c’è chi si dedica soltanto a questi prezzi, altri invece ne approfittano e spendono un po’ di più proprio perché in questo periodo si può realizzare un buon risparmio». Le file sono costanti anche alla cassa in corso Cavour nel grande bazar dove, anche in questo caso, c’è l’imbarazzo della scelta per chi vuole contenere la propria spesa. Alcuni cestoni propongono maglie, magliette o biancheria per la casa tra i cinque e i dieci euro, giubbotti e piumini a venti o trenta, stivali e scarpe a dieci euro e maglioni di tutti i colori e le forme che non superano quasi mai i venti euro. Gli sloveni qui sono numerosi, ma non sono i soli, un via vai continuo fin dalle prime ore di apertura al mattina, che cresce ogni sabato e guardandoli uscire con enormi borse di plastica piene di vestiti sembra per un attimo di rivedere le immagini dei vecchi fasti commerciali del Borgo Teresiano di un tempo. Anche se questa volta, tra gli stranieri, ci sono eleganti signore triestine, che non disdegnano un golfino a dieci euro.

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