Panontin: «Pubblico impiego, allarmi ingiustificati»
TRIESTE. «Le pagine dei giornali non sono una sede istituzionale». Paolo Panontin bacchetta i sindacati del comparto unico. Ma, un attimo dopo, li rassicura: «Il confronto partirà subito dopo il 20 aprile». Una data non casuale. Quel giorno è fissata la riunione della delegazione trattante di parte pubblica con lo scopo di definire il calendario degli incontri con le categorie del pubblico impiego regionale.
L'assessore alle Autonomie locali interviene dopo aver letto dello «sconcerto» delle organizzazioni sindacali per l'assenza di risposte di Regione, Anci, Upi e Uncem allo stato di agitazione proclamato a inizio aprile. Di fronte a questo silenzio, Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Cisal hanno convocato i delegati martedì prossimo a Udine, in sala Ajace.
All'ordine del giorno il rinnovo del contratto dei 14mila dipendenti della Regione e degli enti locali, sia nella parte giuridica che in quella economica. Dalla riunione nel capoluogo friulano potrebbe arrivare la decisione di procedere verso nuove forme di protesta. C'è chi preferisce frenare, soprattutto la Uil con Maurizio Burlo, e chi invece non esclude lo sciopero. «Decideremo in quella sede», ripete Massimo Bevilacqua (Cisl).
Il primo passo, nel caso il malumore non rientrasse, dovrà necessariamente essere il mandato alla segreterie di chiedere alla Prefettura di avviare il tentativo obbligatorio di conciliazione entro i successivi cinque giorni. Sotto accusa, da parte del sindacato, «il totale disinteresse dei datori di lavoro - parole di Mafalda Ferletti (Cgil) -: gli addetti del comparto hanno un contratto non rinnovato dal 2009 e non si è nemmeno iniziato a parlare degli aspetti giuridici. In ballo ci sono questioni rilevanti come i congedi parentali da poter fruire a ore e la tutela legale dei dipendenti, tutto risolvibile a costo zero». Dopo di che si tratterà di affrontare il nodo economico. Nulla di insormontabile, secondo il punto di vista sindacale, davanti a quasi 500 milioni di risparmi accumulati negli anni di blocco.
In risposta a queste rinnovate sollecitazioni, Panontin invita però alla calma. Dopo il 20 aprile, dice con convinzione l'assessore, «non saranno necessarie iniziative eclatanti perché, in sede di delegazione trattante, verranno trovate le soluzioni più adeguate». Poi, ribattendo con più forza: «Non capisco lo sconcerto del sindacato. Abbiamo detto e ribadiamo che siamo in attesa delle decisioni del Consiglio dei ministri sui rinnovi contrattuali del pubblico impiego e che fino ad allora non assumeremo posizione su questa materia».
«Per ora non vedo alcuna nota ufficiale in merito da parte del governo e l'allarmismo manifestato dai sindacati pare fondato su mere indiscrezioni, o peggio su non notizie». Un riferimento, quello di Panontin, alla preoccupazione manifestata rispetto ad alcuni testi in circolazione del Documento di Economia e Finanza (Def) 2016, dove non comparirebbero le risorse per i rinnovi contrattali del settore pubblico, ma solo l'indennità di vacanza contrattuale a partire dal 2019.
Per quanto riguarda poi tutti gli altri aspetti di natura «per così dire minore - precisa ancora l'assessore - le parti datoriali hanno dato precise direttive alla delegazione trattante di parte pubblica, che, dopo un periodo di inattività dovuta alle dimissioni del precedente presidente, è ora ricostituita e opererà nella pienezza delle sue funzioni». Al posto di Carmine Cipriano è stato infatti indicato Luca Tamassia e dunque, è la definitiva rassicurazione, «dopo il 20 il confronto inizia».
Sul tavolo ci sarà anche il dossier sulla mobilità. Il 15 aprile sono partite le Uti e nulla ancora si sa, è la denuncia delle categorie, su come verrà trasferito il personale delle Provincia in via di superamento. «Posto che abbiamo consegnato una proposta già l'anno scorso mirata a favorire spostamenti su criteri oggettivi - è stato l'attacco di Ferletti -, l'assessorato regionale è pienamente inadempiente anche su questo».
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