Panifici e gelaterie, si riapre il caso dell’aliquota Tares
Alla già confusa gestione della Tares, a Trieste si aggiunge un ulteriore dilemma. Nel caos finiscono i gestori di panifici, gelaterie e pasticcerie. «Una nota del ministero delle Finanze chiarisce che queste attività - specifica Edvino Jerian, presidente regionale dell'Unione panificatori - vanno inserite nella categoria 21 dove la produzione di rifiuti presunta è un quarto rispetto a quella prevista per la 25, in cui il Comune intende inserirci». «Per noi quella nota non ha valore, - replica la direzione dell'area Tributi del Comune - il funzionario che l'ha redatta forse ignora certi parametri. Noi diamo un’interpretazione diversa delle indicazioni ministeriali».
La nota è stata firmata in realtà dal direttore generale delle Finanze, Paolo Puglisi. A chiedere lumi al ministero era stato il Comune di Cuneo, stimolato dall'Associazione panificatori. «Si ritiene che, nel caso in cui si consideri un’attività artigianale diretta alla produzione di beni specifici, sia di tipo alimentare come ad esempio panetteria, pasticceria, gelateria e simili con laboratori – risponde Puglisi dal ministero - la categoria da usare è senz’altro la 21 relativa ad attività artigianali di beni specifici. Ove invece l'attività svolta sia essenzialmente diretta alla vendita al dettaglio, è altrettanto pacifico l'inserimento della stessa categoria 24 dedicata a supermercati, macellerie, rivendite di generi alimentari».
Finora a Trieste si è assistito a un balletto di indicazioni. Il Comune aveva inserito i panifici nella categoria 26 assimilandoli a bar e ristoranti. Poi, dopo un incontro con i vertici locali di Confartigianato, ha deciso di farli scivolare nella 25, permettendo così aliquote più basse. Una eventuale discesa ulteriore alla categoria 21 ridurrebbe ulteriormente le aliquote. Jerian ha inviato la nota ministeriale all'assessore comunale al Bilancio, Matteo Montesano. «Visto il periodo delle festività non ho ancora approfondito la questione - spiega l’assessore - ma mi riservo di studiarla con attenzione e di valutare il tutto con gli uffici tecnici quanto prima».
«Non esiste che il Comune non prenda in considerazione le indicazioni del ministero - interviene Bruno Vesnaver, presidente della Fipe alla quale sono iscritte diverse realtà coinvolte in questa querelle - la legge è legge per tutti, non a discrezione di questo o quel Comune. Se altre amministrazioni hanno recepito quella nota permettendo così a certi gestori di ridurre il carico fiscale - aggiunge - anche quella triestina deve farlo. Sulla Tares è stata fatta una grande confusione». Vesnaver e Jerian, a fronte delle indicazioni del ministero, si sono confrontati. «Sono disposto a collaborare con i panificatori - aggiunge Vesnaver - per far rispettare i diritti di certe categorie già in difficoltà».
Il segretario provinciale Fipe, Fabrizio Ziberna, visionata la nota, suggerisce all'amministrazione di prendere in considerazione «la possibilità di far pagare ad attività che hanno nello stesso luogo la parte destinata alla vendita e quella alla produzione - spiega - aliquote diverse per la metratura dedicata al dettaglio e quella riservata al laboratorio artigianale». Interviene anche la Confartigianato. «Ritengo che la categoria corretta in cui inserire queste attività sia la 25, - dice il segretario generale Enrico Eva - ma per chi ha solo laboratorio artigianale per la produzione di pane, paste, gelato e le torrefazioni di caffè forse è effettivamente il caso di prendere in considerazione la 21».
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