Pane, pasta e dolci doc sbaragliano vini e distillati

Apre il sito che censisce le imprese dell’agroalimentare italiano in vista dell’Expo. In Friuli Venezia Giulia il cerealicolo vince in quantità. Trieste fanalino di coda
Un panificio
Un panificio

Se si scatta una radiografia al settore agroalimentare del Friuli Venezia Giulia si scopre una realtà in cui il cerealicolo ricopre un ruolo da protagonista, seguito a ruota dal settore enologico e dalle carni. Questo è quel che si desume consultando l’immensa banca dati messa a disposizione ieri da Unioncamere e dalle Camere di commercio italiane in occasione dell'Expo del 2015: il sito Italian Quality Experience (www.italianqualityexperience.it) presenta infatti un censimento dell’economia della nutrizione a livello nazionale, suddivisa per settori e regioni. Le imprese della nostra regione rilevate dal sito sono più di 11.200. Una fetta importante, circa 4.902, è registrata nel settore “Cereali, pane, pasta e dolci”. Un dato che non sorprende l’assessore alle Attività produttive e vicepresidente regionale Sergio Bolzonello: «L’agroalimentare è un settore che arriva alla doppia cifra come peso sul Pil regionale - spiega -. Agli addetti ai lavori è noto, anche se il grande pubblico spesso non lo sa, che il settore cerealicolo ha un ruolo significativo all’interno del sistema». Un ramo importante, quindi, che secondo Bolzonello potrebbe ambire a nuovi orizzonti: «Quel che ci chiediamo è se sia possibile o auspicabile una diversificazione del cerealicolo in regione, che oggi è quasi una monocoltura. Secondo me un’ulteriore articolazione sarebbe cosa buona. Penso ad esempio a una filiera della soia friulana, che al momento è ancora poco sviluppata e potrebbe portare a risvolti positivi consistenti».

Consultare la disposizione provinciale delle imprese di questo settore consente di capire che il cerealicolo, per ovvie ragioni geografiche e storiche, è ambito privilegiato del Friuli: Udine e Pordenone sono sede della quasi totalità delle aziende, con 3.092 e 1.510 imprese, mentre a Gorizia e Trieste se ne trovano soltanto 218 e 82. Al secondo posto per numero di imprese troviamo i circa duemila produttori di vini, spumanti e distillati: da sempre questo settore è una delle punte di lancia dell’agroalimentare del Friuli Venezia Giulia e costituisce anche uno dei mezzi di promozione più efficaci per il nostro territorio. Andando a vedere i dati provincia per provincia si osserva una distribuzione uniforme sui territori a seconda dell’estensione: a Gorizia hanno sede 559 aziende, a Pordenone 701, a Trieste 166 e a Udine 631.

Al terzo posto, con 1.450 realtà, troviamo invece l’ambito dell’allevamento, delle carni e della loro lavorazione: anche in questo caso Udine gioca un ruolo di primissimo piano con 1.115 imprese, seguita da Pordenone (247), Gorizia (52) e Trieste (36). Ai posti successivi troviamo i settori di latte e formaggi (1.117 imprese), ortaggi e frutta (784) e produzione ittica (457). Il portale, in fase di completamento, è stato realizzato estraendo i dati dal Registro delle Camere di commercio, e i gestori invitano le aziende interessate ad arricchire la propria scheda: le imprese che dispongono di informazioni più complete sono infatti quelle più visibili sul portale, che verrà utilizzato per promuovere l’agroalimentare italiano nel mondo.

A livello nazionale sono quasi 700mila le aziende della filiera allargata inserite nella piattaforma. Un variegato ecosistema produttivo messo per la prima volta sotto la lente di ingrandimento in un unico portale così composto in rapporto alle diverse filiere: 1.292 imprese di oli di semi; 185mila 593 di ortaggi e frutta; 14mila 948 di fiori, miele, spezie e condimenti; 82mila 416 di vini, spumanti e distillati; 2mila 782 di cacao, cioccolati e pasticceria; 1mila 905 di caffè, tè, succhi e acque minerali ; 46mila 57 di latte e formaggi; 177mila 179 di cereali, pane, pasta e dolci; 612 di riso; 12mila 988 di produzione ittica; 109mila 565 di allevamento, carni e loro lavorazione; 409 di birre; 889 di chimica per l’agricoltura; 6mila 892 di macchine per la produzione agroalimentare; 47mila 847 di olio d’oliva.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo