Palinuro, diario di bordo delle “marinaie” Elisa e Laura
Diario di bordo di cinque giorni di navigazione nell'Adriatico sulla goletta Palinuro. Non una crociera di piacere, ma un'esperienza di vita che difficilmente potranno dimenticare. Ad averla vissuta in prima persona sono due ragazze dell'Istituto Nautico di Trieste che - assieme ad altri sette compagni - sono salpate il 29 settembre scorso dal Molo Bersaglieri alla volta di Brindisi. E sulla nave scuola di proprietà della Marina Militare non hanno certo battuto la fiacca. Anzi. Hanno coperto svariati turni di vedetta, hanno fatto le pulizie e determinato i punti nave. Ma non solo. «Quando ho saputo che avrei passato una settimana sulla goletta - racconta la diciottenne Elisa Sorina - sono stata felicissima. Il mio sogno più grande è quello di diventare comandante di una nave da crociera. Nei giorni che abbiamo passato a bordo della Palinuro abbiamo svolto tantissime mansioni. La giornata iniziava alle sette e un quarto; facevamo colazione e poi cominciavamo a lavorare. C'erano le pulizie da svolgere, dovevamo lucidare l'ottone e pulire le cabine».
Attività estremamente organizzate. I giovani - una ventina in tutto, provenienti da tutta Italia - erano divisi in gruppi, ognuno dei quali con turni di lavoro ben definiti. «La cosa che mi è piaciuta di più - continua Elisa - è stata senz'altro il carteggio. Partendo da latitudine e longitudine dovevamo determinare ogni mezz'ora la posizione della nave. E poi ho portato il timone. È stata davvero un'avventura più unica che rara e il fatto di essere circondata quasi esclusivamente da ragazzi non mi ha assolutamente creato disagio». Un'esperienza di vita e di studio che l'Istituto triestino ha regalato a nove studenti meritevoli in occasione dei festeggiamenti per i 260 anni dalla sua fondazione. «
«Anche per me - conferma Laura Della Valle, 18 anni - il sogno nel cassetto è di entrare in Accademia. E’ stata una settimana stupenda. È stato emozionante poter mettere in pratica quello che studiamo sui libri. La cosa che mi è piaciuta meno? Sicuramente rassetto e pulizie». In tutte le attività svolte i giovani sono stati non solo affiancati dagli ufficiali e membri dell'equipaggio, ma anche da un compagno.
«Lavoravamo in coppia - racconta Elisa - ma non sempre eravamo affiancati dalla stessa persona. Il fatto di stare assieme ci ha portato a socializzare, a conoscerci. Ricordo con emozione un momento in particolare; ero di vedetta e scrutavo l'orizzonte. All'improvviso ho avvistato dei delfini che volteggiavano a fior d'acqua. È stato davvero bellissimo». Frammenti di un diario di bordo. Istanti di vita vissuta in mare aperto. «Non saprei davvero scegliere cosa mi sia piaciuto di più - ribatte Laura - forse portare il timone. Ma anche il carteggio è un'attività che ho apprezzato molto». La dura vita del marinaio, verrebbe da dire. E infatti. «La giornata non finiva mai - precisa Elisa - c'era sempre qualcosa da fare a bordo. Se non eravamo impegnate a pulire o fare la guardia dovevamo comunque restare a disposizione degli ufficiali. Sì, è stato stancante ma in tutta onestà non ho affatto sentito il peso della fatica». Cinque giorni di navigazione didattica. Poi, lo scorso 3 ottobre, l'arrivo nel porto di Brindisi, ultima tappa del viaggio lampo prima del rientro nella loro Itaca. «A Brindisi per noi studenti si chiudeva l'avventura - racconta Elisa con una punta di amarezza - siamo sbarcati in città, l'abbiamo visitata e poi siamo tornati a Trieste in aereo. Se lo rifarei? Assolutamente». E come darle torto. «Abbiamo avuto un'opportunità che non tutti hanno la fortuna di avere».
Daniela Mosetti
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