Palazzo senza mensa, proteste bipartisan

Dal Pd al Pdl tutti d’accordo: «La gara d’appalto è un pasticcio». E cinque dipendenti rischiano il posto
sterle trieste 29 09 08 CONSIGLIO COMUNALE TESTINE DI ASSESSORI E CONSIGLIERI PREGASI GENTILMENTE DI CONSERVARE QUESTE FOTO ALLA C A DOTT P RAUBER IL QUALE GENTILMENTE SI E' OFFERTO DI METTERE I NOMI GRAZIE cons P Camber
sterle trieste 29 09 08 CONSIGLIO COMUNALE TESTINE DI ASSESSORI E CONSIGLIERI PREGASI GENTILMENTE DI CONSERVARE QUESTE FOTO ALLA C A DOTT P RAUBER IL QUALE GENTILMENTE SI E' OFFERTO DI METTERE I NOMI GRAZIE cons P Camber

 

TRIESTE

Termos con il caffè e pranzo al sacco. Oppure, come farà Piero Camber, a dieta. La mensa e il bar del Consiglio di piazza Oberdan chiudono i battenti: l’attuale gestore, il Bar Consiglio snc, ha perso la gara d’appalto e prima che subentri la nuova impresa (la cooperativa Primavera di Varese) ne passerà di tempo. Da 1 a 4 mesi, si dice. Entro febbraio gli uffici concludono la fase di controllo sui requisiti dell’aggiudicatario, subito dopo l’assegnazione dell’incarico. Ma prima di partire devono trascorrere i 35 giorni di legge per eventuali impugnative e contestazioni. Poi il periodo necessario per le operazioni di ricambio: manutenzione, sanificazione e installazione dei contatori, visto che l’impresa dovrà sobbarcarsi il costo dei consumi. Nel frattempo ci si attrezzerà. Così per i dipendenti, così per i consiglieri che già la prossima seduta dell’aula di inizio marzo dovranno rinunciare a cappuccino, brioche, spaghetti e minestre. Si tira la cinghia. Oppure si va al ristorante: l’eletto ha pur sempre 35 euro al giorno a disposizione per il vitto. «Salterò il pranzo – fa sapere Camber (Pdl) – e qualcuno potrebbe fare come me, fa bene alla linea. Ma come ci comporteremo con gli ospiti? Questa storia della mensa mi sembra sbagliata fin dall’inizio: si poteva prolungare l’appalto fino a luglio e gestire il ricambio d'estate».

La vicenda ha anche risvolti sociali: i 5 dipendenti del servizio ristorazione rischiano il posto di lavoro. Quintino Magarò, il titolare della cooperativa Primavera, ha garantito l’assunzione del personale, finora però tutto è fermo nell’attesa che si concluda l’iter burocratico, e la prospettiva di restare senza occupazione per uno o più mesi getta nell’incertezza i dipendenti. «È un salto nel buio – ammette Pietro Colussi dei Cittadini – non per noi consiglieri, che a Trieste ci andiamo ben poco, ma per il personale della Regione che pranza lì e per i dipendenti della mensa che non hanno certezze. La gara d’appalto è un pasticcio». Il documento, infatti, chiedeva un’offerta tarata su 160 pasti, mentre in realtà in Consiglio non vanno a mangiare più di 50 o 60 persone al giorno. Un numero sovrastimato che avrebbe inciso sulle cifre formulate dai partecipanti alla gara. Per restare nei costi «il nuovo aggiudicatario lavorerà al ribasso – riflette Colussi – finora invece era assicurato un servizio di buon livello». «Abbiamo tentato di far capire ai funzionari che quel sevizio si doveva considerare in modo diverso – spiega Franco Brussa (Pd) – credo che chi verrà ora si accorgerà che il Consiglio non è quel bengodi che si aspettava. E magari mollerà tutto perchè avrà troppe spese e la vicenda si trasformerà in una storia infinita». Il tema riscalda Federico Razzini (Lega Nord): «Si paga il risultato di regole assurde a cui troppo pedissequamente le Regioni, compresa la nostra, si prestano. Così si penalizzano le imprese locali».

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