Palazzo di Diocleziano in rovina

Lo storico monumento romano trascurato dal Comune rischia di “morire” tra erbacce e incuria
Il Palazzo di Diocelaziano in una foto di archivio
Il Palazzo di Diocelaziano in una foto di archivio

SPALATO. L’esempio illuminante arriva da un vecchio e fatiscente edificio di via Re Tomislao, dislocato nel nucleo storico di Spalato e quasi incollato alle strutture del bimillenario, o quasi, Palazzo di Diocleziano. Dal tetto dell’inguardabile casa spunta nientemeno che un platano, albero che ha trovato dunque le condizioni ideali per crescere e puntare le sue chiome verso il cielo.

Non stiamo però parlando di un giardino, bensì di un’area urbana, storicamente suggestiva e che l’Unesco ha voluto 35 anni fa inserire nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità, ponendola sotto tutela. Dovrebbe trattarsi di una zona, quella appunto del Palazzo di Diocleziano e del nucleo medievale di Spalato, ben curata, valorizzata, protetta. A prescindere dai costi.

Invece non è così e di recente il locale Dipartimento per la conservazione dei beni culturali ha inviato una relazione di un centinaio di pagine al sindaco spalatino Ivo Baldasar (origini italiane), facendogli presenti i punti critici in quest’area.

I problemi sono tanti, dalle abitazioni in rovina alle tegole e camini che potrebbero venire giù da un momento all’altro, dagli infissi in Pvc (che obbrobrio) ai climatizzatori e quant’altro.

Scavi abusivi nel palazzo di Diocleziano
Il peristilio del palazzo di Diocleziano a Spalato

Il platano di cui si diceva non è l’unico “tocco verde” nel cuore pulsante di Spalato, grazie alla compagnia di altre specie vegetali. Insomma, un quadro di cui vergognarsi, una situazione che genera inquietudine per la presenza di case pericolanti. Negli ultimi dieci anni, ad andarsene dalle abitazioni nel Palazzo di Diocleziano e dal centro città è stato il 30 per cento della popolazione.

Le autorità sono poi dell’idea di chiudere la scuola elementare in centro per il numero sempre più basso di alunni. Goran Nikši„, assessore comunale al patrimonio storico–culturale, ha fatto presente che quest’anno saranno 260 mila gli euro attinti dalle casse municipali e destinati a progetti di risanamento di questa particolare zona.

«Sì, la situazione non è buona – ha detto – ma era peggiore 15–20 anni orsono. In questo periodo l’amministrazione cittadina ha attuato diversi interventi di miglioria, ben visibili a tutti, turisti compresi. Resta ancora tanto da fare, ma il denaro scarseggia, non è sufficiente».

Sarà, ma ormai è da dieci anni che a Spalato si sta redigendo il Piano di gestione del nucleo storico cittadino. Il documento dovrebbe finalmente venire alla luce il prossimo giugno e costituirà la base per arrivare ai fondi europei da destinare al risanamento e valorizzazione del patrimonio monumentalistico.

Da quanto si è venuto poi a sapere, la Città candiderà ai fondi europei i progetti di risanamento delle antiche fognature e della Torre veneziana.

Lo scempio che si sta verificando in alcune parti di questa città sorta 1700 anni fa non ha visto finora reagire gli spalatini con proteste e petizioni.

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