Palazzo Carciotti torna al Leone: quanto vale l’operazione di Generali e quali erano le altre offerte in ballo
Lo storico immobile messo in vendita dal Comune, base d’asta superata di 4 milioni: previsto un hub di innovazione accanto a una parte residenziale
Generali tornerà nella sua prima, storica sede di Palazzo Carciotti. Il Leone si aggiudica l’asta per l’acquisto dell’edificio simbolo del neoclassicismo triestino con un’offerta di 13 milioni e 200 mila euro: quattro milioni e mezzo in più del valore dell’immobile e il doppio della cifra più alta proposta in precedenza dalla compagnia.
Il gioco a rialzo premia le Assicurazioni, che superano per un soffio l’offerta di 13 milioni e 152 mila euro di Carciotti Srl, neo costituita società di immobiliaristi e costruttori, amministrata da Mauro Gerin. Il terzo offerente è Flavio Dalle Fratte, consulente di Banca Generali ma presente al tavolo in via privata come ditta individuale con una proposta di 9 milioni e 20 mila euro, di poco superiore alla base d’asta di 8 milioni e 824 mila euro.
Il Palazzo dove tutto è nato
Nessuna sorpresa, non questa volta. Generali blinda il palazzo dove le Assicurazioni furono fondate nel 1831 e prospetta un’imponente intervento di ristrutturazione e riqualificazione dell’edificio progettato da Matteo Pertsch e Giovanni Righetti, con l’obiettivo di ospitarvi in futuro un hub di innovazione, progetti di formazione dal respiro internazionale e una parte residenziale.
L’annuncio arriva a poche ore dall’aggiudicazione della gara, indetta il 4 ottobre scorso al quinto tentativo da parte del Comune di vendere Palazzo Carciotti. Arrivati al termine ultimo per presentare le offerte, il 5 dicembre, sul portale telematico “eAppalti” della Regione erano state presentate a sorpresa tre proposte.
L’unico nome certo era quello del Leone, che proprio all’inizio di quest’anno aveva presentato una prima manifestazione d’interesse ufficiale per il palazzo sulle Rive. Il vero colpo di scena era quindi la presenza di altri due proponenti dopo sei anni di trattative mai andate in porto. In città c’era chi parlava di società internazionali, cordate di austriaci: indiscrezioni poi rimaste tali.
I nomi nelle carte
Le carte si svelano al secondo piano del civico uno di passo Costanzi, stanza 17. La commissione, presieduta dalla dirigente del Servizio immobiliare del Comune Lucia Tomasi con Michela Indrio e Daniele Premrov, avvia la procedura pubblica di apertura delle buste alle 11.27.
Al tavolo ci sono dodici persone. Tre rappresentano le Assicurazioni: la delegata di Generali Real Estate Fabiana Zanchi e gli avvocati Francesco Foltran e Bruno Barel. Gli altri nove portano il nome di imprenditori, immobiliaristi e costruttori locali (Vincenzo Settimo di Edilimpianti e i fratelli Rocco e Giuseppe Schiavone, per dirne alcuni), riuniti nella neo costituita società Carciotti Srl.
Il terzo proponente non è presente nella stanza, ma dietro una delle sei webcam collegate da remoto. Si tratta di Flavio Dalle Fratte, consulente finanziario residente a Bassano del Grappa, che lavora per Banca Generali ma partecipa all’asta in forma privata, a nome dell’impresa immobiliare di famiglia. «Era un’occasione unica: mi congratulo con Generali», si limiterà a commentare poi al telefono.
L’asta al rialzo
L’asta è a rialzo e il valore di partenza riprendeva l’ultima stima del Carciotti effettuata quest’anno dagli uffici comunali e attestata dall’Agenzia delle Entrate (guidata da Francesca Tassotto con Francesco Zanetti ed Egon Sanin), pari a 8 milioni e 824 mila euro. Poco più di un terzo della prima quotazione del 2018, quando il palazzo fu bandito per la prima volta per 22,7 milioni.
La commissione apre il portale delle Stazioni appaltanti della Regione e inizia a scorrere i documenti allegati. Tutte e tre le proposte sono state presentate il giorno prima della scadenza del termine, il 4 dicembre: Dalle Fratte ha premuto invio alle 16.04, i rappresentanti di Carciotti Srl alle 17.40. Generali Real Estate tre minuti dopo, alle 17.43. Le buste vengono però aperte in ordine alfabetico e il clima è teso: l’offerta più alta vince. Nessuna possibilità di rilancio.
La prima proposta a essere svelata è quella della cordata di imprenditori dell’immobiliare, che tentano il tutto per tutto con 13 milioni e 152 mila euro. La seconda è del consulente Dalle Fratte, entrato in gara a sorpresa con 9 milioni e 20 mila euro. Infine, per l’ultima, l’offerta Generali Real Estate: 13 milioni e 200 mila euro. È la proposta più alta, anche se per un soffio: appena 48 mila euro. Il Leone si aggiudica Palazzo Carciotti.
La tensione al Palazzo
La riunione è sospesa e nessuno vuole commentare. I secondi vanno via subito e le Assicurazioni si affidano ai canali di comunicazione ufficiale. Nel pomeriggio, il presidente di Generali Andrea Sironi e l’amministratore delegato Philippe Donnet esprimono «soddisfazione per il ritorno a Palazzo Carciotti, un edificio dove è cominciata la nostra storia e che è un simbolo della città di Trieste». E annunciano: l’immobile «verrà riportato a nuova vita con lo stesso spirito innovativo che lo ha contraddistinto al tempo della sua edificazione. Una volta completati i lavori, ospiterà progetti di respiro internazionale che, collaborando con le principali istituzioni della città e della regione, avranno un impatto positivo e di sviluppo per la comunità».
Nei prossimi giorni gli uffici comunali provvederanno all’accertamento di tutta la documentazione allegata, poi l’aggiudicazione diventerà definitiva con provvedimento dirigenziale. A quel punto Generali avrà tre mesi per versare l’intero importo dell’offerta, integrando la cauzione già versata in sede d’asta (il 10% del valore di partenza), quindi si procederà alla stipula del contratto. A quel punto Palazzo Carciotti tornerà al Leone.
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