Palazzo Carciotti in “saldo” verso la terza asta
Palazzo Carciotti torna in passerella per una terza sfilata davanti alla platea dell’immobiliare di lusso.
Stavolta indossa un bel ribasso rispetto alle precedenti tornate: nessuna risposta al primo tentativo da 22,7 milioni a settembre 2018, nessuna risposta al secondo esperimento da 19,9 milioni a novembre 2018, allora il Comune stuzzica il mercato con una proposta abbassata del 25% a circa 15 milioni da lanciare prima possibile, entro la fine di aprile.
La decisione è stata presa ieri mattina durante un incontro tra il sindaco Dipiazza, l’assessore Lorenzo Giorgi, il neo-responsabile dell’immobiliare comunale Enrico Conte. Una strada imboccata mantenendo come obiettivo strategico lo scambio tra il grande palazzo neoclassico sulle Rive e l’ex caserma Vittorio Emanuele III in via Rossetti. L’interlocutore “privilegiato” resta quindi Cassa depositi e prestiti (Cdp).
In che senso? Facciamo un passo indietro: è Conte a tenere i rapporti con l’immobiliare di Cdp, i cui dirigenti insistono sulla differenza di quotazione tra Carciotti e l’ex caserma. Cioè ritengono che i quasi 20 milioni per il Carciotti siano sovrastimati rispetto ai 17 milioni per l’ex area castrense di via Rossetti. E da questa convinzione non si smuovono, dunque la permuta non risulta possibile a valori non allineati.
Il Comune aggiorna la tattica, perchè non può abbassare discrezionalmente il prezzo del Carciotti senza aver saggiato il mercato con un’asta. Avanti allora con il terzo test, che avviene - come si diceva - sulla base di una quotazione sensibilmente più vantaggiosa rispetto alle gare bandite nel 2018. Se qualcuno compra lo stabile di fine Settecento a 15 milioni, bene. Se nessuno si fa vivo, il Comune potrà rinegoziare con Cdp a valori più bassi, più agevolmente allineabili.
Il vertice politico-manageriale del Municipio è interessato a inserire la trattativa con Cassa depositi e prestiti in una visuale più ampia. Cdp possiede anche da un po’ di anni l’ex Manifattura Tabacchi vicino al Canale (mercato ittico?) e le ex officine Holt in via Gambini. Il Comune vorrebbe capire se l’istituto romano è semplicemente desideroso di vendere e incassare, oppure se è disposto a partecipare a operazioni di riqualificazione urbana da condurre in tandem con la civica amministrazione. —
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