PalaTrieste, targa per l’intitolazione a Cesare Rubini
PalaTrieste “ Cesare Rubini”. Da ieri la denominazione ufficiale della “casa madre” dello sport cittadino è questa, dedicata ad uno degli ultimi esempi della versatilità in campo agonistico, dote che fece del triestino Cesare Rubini, scomparso a Milano lo scorso 8 febbraio, un modello storico e unico, celebrato nel mondo per le sue affermazioni sia nella pallacanestro che nella pallanuoto. Al nuovo “ battesimo” del PalaTrieste, avvenuto nella tarda mattinata di ieri con lo scoprimento di una targa marmorea, sono accorsi pochi amici, alcuni parenti e autorità, tra cui il sindaco Roberto Dipiazza e il vice sindaco Paris Lippi, accompagnati dal presidente regionale del Coni, Emilio Felluga e il vertice della sezione giuliana degli Azzurri d'Italia, Marcella Skabar. Significativa la presenza di Laura Rubini, la sorella del campione scomparso, testimone di una grande passione sportiva (già Azzurra nella pallavolo) e del profondo amore tributato a Cesare Rubini: «Sono sempre stata la prima tifosa di mio fratello e ho cercato di seguirlo ovunque, anche quando smise la carriera e magari riceveva premi in tutto il mondo – ha ricordato ieri commossa – Lo sport è sempre stato di casa da noi Rubini ma lui ha voluto, diciamo, “ esagerare”, lasciando i ricordi che tutti conosciamo».
Segni in effetti indelebili nella storia dello sport italiano, con un lascito che parla di un oro olimpico nella pallanuoto a Londra nel 1948 e un bronzo nella edizione di Helsinki. Nel basket, da giocatore, ha raccolto un argento agli europei nel 1946 in Svizzera ma da tecnico, tra la fine degli anni '50 e i primi anni '70, ha conquistato con la Simmenthal Milano 9 scudetti, Coppa Campioni, Coppa delle Coppe e Coppa Italia.
Forse sarà concessa una sorta di nuovo bis a breve. Anche a Milano, sua seconda città, il PalaLido potrebbe essere intitolato a suo nome. (f.c.)
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