«Paga o faccio girare il video hard». Condannato a un anno e otto mesi

Concluso a Trieste il processo con rito abbreviato a carico di un serbo di 29 anni: aveva minacciato un connazionale di diffondere le immagini di un rapporto sessuale tra lui e una minorenne, autrice del filmato a sua insaputa
Di Piero Rauber
Tommasini-Trieste-Tribunale
Tommasini-Trieste-Tribunale

È in galera dal 12 luglio, quando gli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal pm Federico Frezza, l’avevano ammanettato giusto all’uscita del Caffè Specchi, arrestandolo in flagranza per tentata estorsione: Ivica Grujic, cittadino serbo 29enne, si era appena fatto dare da un suo connazionale di 48 anni una valigetta, dove pensava (in realtà erano banconote posticce preparate dalla polizia) ci fossero gli 86mila euro che aveva chiesto alla sua vittima sotto la minaccia di diffondere e/o di far arrivare dritto dritto alle forze dell’ordine un filmato a luci rosse che “immortalava” proprio il 48enne durante un rapporto sessuale con una 16enne, serba pure lei, autrice di quel video all’insaputa del partner.

Ieri mattina Grujic, assistito dall’avvocato Nicole Pertot, ha conosciuto la sentenza del processo di primo grado a suo carico, celebrato con il rito abbreviato davanti al giudice Luigi Dainotti: un anno e otto mesi, di cui sei mesi per altri due reati di falso, poiché nel momento in cui era stato perquisito gli avevano trovato addosso patente e passaporto fasulli. Il pm Frezza aveva chiesto due anni e quattro mesi: un anno e sei mesi per la tentata estorsione più dieci mesi per i due capi d’imputazione di falso. L’avvocato Pertot aveva chiesto, a sua volta, l’assoluzione: Grujic, fin dal primo interrogatorio, aveva sostenuto d’aver agito così per aiutare la minorenne, per trovare i soldi utili a farla tornare in patria.

La galera ad ogni modo, l’uomo appena condannato potrebbe lasciarla nei prossimi giorni, per finire, forse, ai domiciliari. Fino a 24 ore fa, d’altronde, la sua uscita dal Coroneo era tecnicamente e sostanzialmente impraticabile: alla stessa udienza di ieri, in effetti, era stata programmata pure la deposizione in qualità di testimone assistita della minorenne, difesa dall’avvocato Paolo Codiglia, che in quest’occasione si è avvalsa della facoltà di non rispondere e la cui posizione, per inciso, sarà esaminata dalla Procura dei minori il mese prossimo. Far uscire di prigione Grujic prima di tale testimonianza avrebbe, di fatto, costituito un rischio di inquinamento delle prove, in quanto avrebbe agevolato un eventuale incontro tra i due. Spetta sempre al giudice Dainotti esprimersi ora sull’istanza di scarcerazione dell’avvocato Pertot, sentito il parere del pm Frezza.

Grujic era stato arrestato come detto il 12 luglio. Nei giorni precedenti aveva fatto capire chiaramente alla sua vittima di essere in possesso di un video alquanto compromettente e di essere pronto a farlo uscire allo scoperto: «Paga o lo faccio girare». L’altro aveva però deciso di parlarne alla polizia, che a quel punto aveva architettato la trappola, avvalendosi anche di microfoni nascosti per registrare la conversazione tra il presunto estorsore e il suo interlocutore al momento della consegna della valigetta.

@PierRaub

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