Otto mini stazioni per collegare bici, bus e parcheggi. Ma solo fra 30 mesi

Gli scambi nei punti strategici da Miramare a largo Irneri. Il Comune investe 320 mila euro con risorse ministeriali
Foto BRUNI 10.06.2019 Stazione bike sharing in via Locchi-ciclisti
Foto BRUNI 10.06.2019 Stazione bike sharing in via Locchi-ciclisti

TRIESTE Tutto nacque da un decreto decembrino del ministero dell’Ambiente che metteva a disposizione dei Comuni con più di 50 mila abitanti risorse per realizzare progetti di “mobilità sostenibile” (la sigla è PriMUS). Dietro all’insopportabile burocratese di questa espressione si agita la volontà governativa di promuovere la connessione tra tutti i vettori che non siano l’auto privata o che comunque disciplinino l’uso delle 4 ruote.

Queste risorse fanno comodo al Comune triestino, che ha preparato un programma di interventi dedicandolo al waterfront, cioè alla porzione urbana più vicina al mare. Il progetto di fattibilità tecnico-economica - portato in giunta dall’assessore Luisa Polli e seguito dai civici ingegneri Giulio Bernetti e Silvia Fonzari - individua 8 “isole” dove concentrare un modulo operativo standard composto da una ciclostazione di bike sharing, dalle colonnine elettriche per veicoli, dalla fermata dei bus, da un’area di sosta/parcheggio veicolare, da stalli per biciclette, da un totem informativo, dall’illuminazione e dalla videosorveglianza del sito.

L’intervento costerà 320 mila euro, sui quali il Municipio spera in un generoso contributo statale. Il cronoprogramma si estende lungo 30 mesi: 12 dedicati ai lavori e ben 18 prima/dopo (progetti, pareri, approvazione, gara, collaudo), con ottime probabilità di sforare il mandato dell’attuale esecutivo comunale.

Ecco le 8 “isole” prescelte, procedendo da nord verso sud: Miramare, Barcola piazzale 11 settembre, Park Bovedo, Park Esof (polo museale-espositivo Porto vecchio), largo Roiano, piazza Libertà (Stazione centrale), Molo IV, largo Irneri (zona direzionale con Allianz, Fincantieri, Italia Marittima, Autovie, Friulia, piscina Bianchi). Si può notare come siano snodi dove sono/saranno intersecabili bici, mezzo pubblico, parcheggio. In alcune situazioni il mare è a portata di mano, in altre un po’ scostato verso l’interno (Roiano, Irneri) in un’accezione ampia di waterfront.

Importante avvertenza: questo waterfront “sostenibile” si incrocia parzialmente con un precedente progetto di “bike sharing” che ha avuto un iter pluriennale assai travagliato tra Soprintendenza e Tar Fvg, tanto da aver accumulato un ritardo di perlomeno un anno. La gara, vinta dalla torinese Bicincittà, prevede nove stazioni per le due ruote, da realizzare con un finanziamento di 390 mila euro in buona parte garantito dai fondi euro-regionali Pisus A1. In particolare, nuova/vecchia progettazione si sovrappongono in piazza Libertà e a Barcola. Giulio Bernetti, capo dell’urbanistica municipale, dice che il “bike sharing” si farà durante l’estate e spera di inaugurarlo a settembre. Si avvarrà di 130 biciclette, di cui 36 a pedalata assistita.

Ma torniamo al waterfront “sostenibile”. Dal punto di vista ciclistico, la relazione tecnica, che accompagna la delibera, stima una media di 12 stalli e di 10 posti “bike sharing” per ogni postazione. L’unica, a fare eccezione per dimensioni, è piazza Libertà, per comprensibili ragioni: è stazione ferroviaria, è hub del trasporto pubblico locale (bus e pullman), ha il grande parcheggio indoor del Silos. Il Comune pensa di piazzare 24 portabiciclette in più punti della piazza, dove già è preventivata una ciclostazione dotata di 24 stalli.

I motivi del waterfront “sostenibile” sono riassunti nell’introduzione alla relazione tecnica. I 65 ettari di Porto vecchio, l’incremento di manifestazioni culturali-sportive, l’incremento di turisti e di crocieristi, i movimenti dei pendolari costituiscono argomenti decisivi per cambiare marcia nell’impostazione delle politiche di mobilità. La scelta del waterfront è legata anche alla più accessibile morfologia del territorio urbano, meglio aggredibile dalle due ruote.

Il documento fa un rapido riferimento alle ciclovie. Nell’estate dello scorso anno una delibera co-firmata dagli assessori Polli ed Elisa Lodi impostava un programma di 1,1 milioni di euro per avviare/migliorare la rete di ciclabili urbane. Tre le opere portanti: la ciclovia del mare Adriatico (con il problema dell’attraversamento alla base della rampa d’accesso alla Grande viabilità), la Trieste-Muggia «attualmente inesistente», la Bovedo-Porto vecchio. Il Comune aveva appostato 330 mila euro ma poneva molte speranze nella sensibilità ciclistica della Regione Friuli Venezia Giulia. —


 

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