Ospizio Marino finito vuole l’accreditamento Sotto con park e fogne

La Cooperativa Grado Riabilità pronta a versare 7,4 milioni al curatore fallimentare solo davanti all’atto della Regione
Di Antonio Boemo
Bonaventura Monfalcone-08.05.2016 Cantiere aperto-Ospizio Marino-Grado-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-08.05.2016 Cantiere aperto-Ospizio Marino-Grado-foto di Katia Bonaventura

GRADO. Il pagamento sarà fatto contestualmente all’accredimento della struttura sanitaria da parte della Regione. Un attestato fondamentale per l’Ospizio Marino che il presidente della Cooperativa Grado Riabilita, Franco Bosio, dice aspettare «giorno per giorno».

È in ogni caso fiducioso Bosio, al massimo entro la fine di questo mese l’accreditamento arriverà. L’ha assicurato anche l’assessore alla Sanità, Maria Sandra Telesca, e solo a quel punto la Cooperativa Grado Riabilita salderà il dovuto (7 milioni e 400mila euro) al commissario liquidatore della Fondazione Ospizio Marino, l’avvocato Enrico Guglielmucci, davanti a un notaio per sottoscrivere il passaggio di proprietà.

«Prima ci arriva l’accreditamento e prima chiudiamo la partita», dice Bosio. Manca quindi molto poco alla riapertura a Grado dell’importante struttura riabilitativa. I tempi li fa capire lo stesso Bosio senza però dare una data certa: «A ottobre faremo l’inaugurazione e poi, dopo il tempo sufficiente per mettere in moto la macchina, apriremo». Parlare di un’apertura per fine ottobre è un azzardo, ma per il mese di novembre dovrebbe essere quello giusto. In ogni caso abbondantemente oltre i 6 anni dalla chiusura.

Ai primi di giugno di quest’anno, ad ogni modo, tutti i lavori sono stati eseguiti. Lavori di rifacimento completo tanto che oggi si può tranquillamente parlare di un nuovo Ospizio Marino con all’interno anche gli arredi. Insomma tutto è pressoché pronto. Ma una volta fatto il passaggio di proprietà, Grado Riabilita dovrà anche pensare al personale. Quello che era in servizio nel 2010 è stato interpellato per dare la disponibilità, ma sino a ieri non si è ancora saputo quanti effettivamente intendano tornare a lavorare all’Ospizio Marino di Grado.

Intanto c’è chi pensa anche all’esterno della struttura. Se ne è parlato l’altra sera in Consiglio comunale a seguito dell’interrogazione presentata da Elisabetta Medeot e Claudio Kovatsch. Alle diverse domande l’assessore ai Lavori pubblici Fabio Fabris ha risposto facendo riferimento a un sopralluogo effettuato con i tecnici comunali il 24 agosto scorso. A seguito di questo l’amministrazione comunale ha già stabilito che nel contesto del capitolo “manutenzione straordinaria strade e arredo urbano e abbattimento barriere architettoniche” ci sarà sicuramente la sistemazione delle strade e dei marciapiedi attorno all’Ospizio Marino. Contestualmente sarà chiesto al comando della Polizia locale di annullare l’ordinanza con la quale era stata riservata un’area per la sosta dei ciclomotori e motocicli in via Amalfi, nel tratto compreso tra via Milano e via Genova.

Un’area che in precedenza era destinata a stalli riservati ai veicoli di servizio dei disabili. Così sarà nuovamente. «È intenzione di questa amministrazione comunale - ha precisato l’assessore - ripristinare lo stato dei luoghi, precedente alla riapertura della struttura». L’altro aspetto per il quale erano intervenuti Medeot e Kovatsch, è relativo alla rete fognaria collegata all’Ospizio Marino. Sull’adeguamento di questo impianto che interessa riva da Verazzano e riva Brioni i responsabili comunali hanno effettuato un sopralluogo con il rappresentante e i tecnici di Irisacqua che è il gestore dell’impianto. L’assessore Fabris ha spiegato come la società, sulla base degli studi e delle indagini effettuate ha ben chiaro quali siano le criticità dell’impianto di fognatura di Grado, e una di queste è proprio il tratto in questione, oltre alle strade attigue. «Sulla base delle criticità individuate - ha concluso Fabio Fabris - Irisacqua sta pianificando gli interventi che verranno inseriti nella programmazione una volta accertata la copertura finanziaria».

@anboemo

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