Ospiti in calo: a Trieste fallisce la prima casa di riposo

È la Aristotele srl che gestiva la residenza Raggio di sole L’assistenza agli anziani prosegue in esercizio provvisorio
Laura Tonero
L’ingresso della struttura
L’ingresso della struttura

TRIESTE A Trieste è fallita la prima casa di riposo. Non accadeva da decenni. Ad alzare bandiera bianca a causa dello tsunami economico provocato dal Covid è stata la società Aristotele srl che gestiva la residenza polifunzionale Raggio di Sole di via Battisti 22. Un campanello d’allarme, che evidenzia la grave situazione di questo tipo di strutture, soprattutto le più piccole, gestite interamente da privati.

In regione le residenze per anziani sono 165, per un totale di 10.654 posti letto. Di queste 51 sono a gestione pubblica (affidata a comuni o Aziende pubbliche di servizi alla persona), 38 sono rette da realtà no profit come quelle religiose, mentre 76 - di cui ben 56 in provincia di Trieste e le altre 20 prevalentemente in quelle di Udine e Pordenone – sono imprese private. E sono queste ultime quelle più in difficoltà.

La società Aristotele è fallita lo scorso 25 marzo dopo aver rinnovato da poco la residenza Raggio di Sole che conta 52 posti letto, ha 25 dipendenti e attualmente ospita una trentina di persone anziane. Il giudice Daniele Venier ne ha disposto l’esercizio provvisorio, a tutela del valore sociale dell’attività e anche per mantenere quello economico, affidando la curatela fallimentare al commercialista Stefano Gropaiz che, di fatto, ora è subentrato nella gestione della struttura per anziani fino a quando qualcuno non rileverà la società. Nel frattempo la casa di riposo può accogliere anche altre persone. Gropaiz ci tiene a rassicurare gli ospiti e le loro famiglie. «Con l’esercizio provvisorio, di fatto il servizio viene mantenuto secondo gli standard dei livelli precedenti, – assicura – senza scossoni e conseguenze per gli ospiti: i loro familiari possono stare tranquille». Il professionista parla di questo fallimento come di «un evento doloroso, che attraverso l’esercizio provvisorio si cerca di non far pesare sugli ospiti». Il tribunale poi indirà una gara che mira a trasferire la proprietà ad altri soggetti. «I fornitori e i dipendenti, – spiega Gropaiz – hanno dato disponibilità ad operare nella struttura, e hanno la garanzia dell’esercizio provvisorio».

A 14 mesi dall’inizio della pandemia, nonostante l’avvio delle vaccinazioni abbia drasticamente ridotto i contagi tra gli anziani, i bilanci delle case di riposo sono ancora in affanno. E il rischio è che il caso della Raggio di Sole non resti isolato. A marzo dell’anno scorso anno era stato imposto dall’Asugi il blocco dei nuovi ingressi. «Si è ripreso ad accogliere in estate, – ricorda Angelo Barrasso, presidente della sezione di Trieste di Asa, l’associazione Servizi per l’Anziano – ma i nuovi arrivi sono stati pochi per i comprensibili timori della famiglie». Dall’inizio delle vaccinazioni la situazione come detto è cambiata, e si contano diversi new entry: «Siamo tra i posti più sicuri, personale e ospiti sono in gran parte già vaccinati – valuta Barrasso – e il rischio è ridotto al minimo, ma il comparto soffre. Prima del Covid viaggiavamo su una capienza del 95-96%, nei mesi passati si era ridotta al 50% e ora oscilla tra il 70-75%. In un simile contesto è ovvio che in molti pensino ad aumentare le rette: per questo serve allargare la platea dei posti letto convenzionati a Trieste, che rileva la percentuale più bassa della regione, e poi serve velocizzare l’iter d’ingresso».

Asugi ha disposto che per essere accolti in una casa di riposo, gli ospiti debbano essere vaccinati almeno con la prima dose. «Il protocollo è giustamente restringente, – indica Barrasso – ma oggi una famiglia deve attendere anche 10 giorni (a fronte dei due sufficienti in era pre-Covid) per far entrare un proprio caro in una residenza per anziani, perché i distretti sanitari che stanno facendo miracoli e un lavoro encomiabile, hanno risorse umane limitate, e questo comporta una lunga attesa». —


 

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