Ospedali senza confini, a Gorizia cup unico per i pazienti

Coinvolti tre nosocomi, con i 5 milioni messi a disposizione del Gect anche una Casa del parto e un Centro di salute mentale “misto”
Utenti in attesa a un Cup
Utenti in attesa a un Cup

GORIZIA Era il 28 maggio 2011. Franco Frattini, allora ministro degli Esteri e successivamente primo presidente del Gect, indicò la rotta al neonato Gruppo europeo di cooperazione territoriale. «Per evitare doppioni o spese inutili - furono le sue parole - si può iniziare ad ottimizzare i servizi sanitari di quello che è diventato uno spazio comune europeo. Si tratta di coordinare politiche a livello di territori che riguardano 70mila persone, una sorta di Euroregione in miniatura».

Sono passati gli anni e, oggi, si può dire che la collaborazione transfrontaliera fra Gorizia, Nova Gorica, Šempeter Vrtojba sta per diventare realtà. Se sino a ieri la collaborazione con la Slovenia in campo sanitario era episodica e legata (soltanto e purtroppo) alla buona volontà del singolo primario, oggi grazie al Gect siamo di fronte «a progettualità concrete, con aspetti operativi ben definiti e articolati, con un piano finanziario già concordato fra i partner, e soprattutto sostenute con un congruo finanziamento già assegnato», osserva Franco Perazza, neocomponente dell’assemblea del Gect Go.

Gorizia, tre mesi per la cisti. Un giorno in Slovenia
Il Pronto soccorso dell’ospedale di San Polo (Foto Bonaventura)

Il Cup transfrontaliero

Cinque i milioni a disposizione che permetteranno di concretizzare in primis l’attesissimo “Centro transfrontaliero di prenotazione dei servizi socio-sanitari che includa tutti gli operatori sui due lati del confine e consenta agli utenti un migliore accesso ai servizi sociali e sanitari (Cup)”. In pratica, l’obiettivo è la realizzazione di un Cup, un Centro unico di prenotazione, transfrontaliero in grado di soddisfare le richieste sia dei pazienti goriziani che di quelli sloveni che potranno utilizzare vicendevolmente i servizi degli ospedali di Gorizia, Monfalcone, Šempeter Vrtojba. In questa maniera si potrò gestire al meglio anche le liste d’attesa.

Casa del Parto

Il progetto prevede anche la nascita della Casa del Parto. Non c’è ancora, per la verità, alcuna indicazione sulla location anche se pare ormai certo che sarà il Parco Basaglia la possibile sede dell’attesissima Casa del Parto. Perché tale soluzione? Tali tipologie di strutture presuppongono la presenza (preferibilmente nelle immediate vicinanze) di un Punto nascita per gestire le eventuali emergenze: siccome a Gorizia il reparto, come ampiamente noto, non c’è più, smantellato dalla nuova riforma regionale della sanità, gli eventuali casi complessi e le urgenze verrebbero dirottati a Šempeter, dove il reparto materno-infantile continua regolarmente a operare. «Il progetto, a cui Gorizia tiene moltissimo, sta andando avanti - sottolinea il sindaco Ettore Romoli -. L’altro giorno quando c’è stato l’incontro bilaterale Regione-Slovenia a Nova Gorica gli unici progetti concreti portati sul tavolo sono stati quelli del Gect Go. L’importante, adesso, è che i soldi già assegnati siano erogati concretamente. Vi posso annunciare che ho appena scritto una lettera alla presidente Serracchiani affinché questi soldi si sblocchino quanto prima».

Centro di salute mentale

Viste le tradizioni basagliane e goriziane sul tema, spicca il progetto riguardante la salute mentale: prevede la creazione di un’equipe transfrontaliera, la condivisione di alcune prestazioni del Centro di salute mentale di Gorizia e l’attivazione di una struttura residenziale intermedia ad alta assistenza, da realizzare in territorio sloveno. Le azioni previste dal progetto? Si procederà al rafforzamento delle azioni di recovery e alla costituzione di un’associazione di auto-mutuo aiuto transfrontaliera. È prevista poi la collaborazione con il privato sociale e con organizzazioni non governative per la creazione di opportunità lavorative per i pazienti. Infine, si procederà alla valorizzazione di uno spazio all’interno del Parco Basaglia per le attività riabilitative.

Una puntualizzazione in ultimo: la programmazione europea assegna ai Gect (Gruppi europei di cooperazione territoriale) un ruolo centrale sia in termini di sviluppo strategico che di attuazione dei programmi e assorbimento dei fondi. Lo scopo del Gect, del resto, è quello di fornire uno strumento giuridico in grado di “semplificare” la gestione dei fondi e delle iniziative a carattere transfrontaliero.

Nella fattispecie, il Gect Go (che lega i Comuni di Gorizia, Nova Gorica e Sempeter Vrtojba) si è da subito impegnato per creare un vero e proprio “laboratorio della programmazione” in cui i rappresentanti dei tre Comuni possono confrontarsi ed elaborare proposte adeguate ad affrontare i problemi comuni dell’area transfrontaliera.

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